A quasi un anno dal terribile attentato alla periferia di Roma, quando due uomini, per uno scambio di persona, gli spararono tre colpi di pistola alla schiena, il nuotatore Manuel Bortuzzo ha raccontato le sue speranze e le sue sensazioni in una intervista a Il Giornale.
“Tornare a camminare? Non ho proprio detto che mi davo dieci anni per tornare a camminare. Mi è stato chiesto come mi vedo tra dieci anni e io ho risposto: mi vedo in piedi. In realtà io spero di vedermi in piedi prima di dieci anni.
In questo periodo ho capito che non conta il risultato che raggiungi, ma il percorso di vita che stai facendo. Tornare a camminare è il sogno della mia vita, però se non succede vuol dire che realizzerò tutti gli altri”.
“Ho continuato a fare la vita di prima anche se in maniera diversa. Avevo la passione della moto e ora so che non la posso avere. Però la macchina sì. Ma alla fine non conta quello che fai e cosa, ma le emozioni che provi quando le fai”.
L’incontro con Alex Zanardi: “Ci siamo capiti con poche parole. Oggi non mi basterebbe una giornata per rompergli le palle con le cose che ho da dirgli. Spero solo non debba soffrire perché ha già sofferto tanto. E’ un grande uomo“.
A breve uscirà un film su di lui, “L’ultima gara”: “Un progetto di Raoul Bova che stiamo finendo insieme a Filippo Magnini, Massimiliano Rosolino ed Emiliano Brembilla. E’ la mia prima volta da attore. Il film si è bloccato solo per il Covid. L’altro è quello che la Moviheart sta realizzando basandosi sul mio libro ‘Rinascere’. Sono curioso di sapere chi sarà l’attore che mi interpreterà, ma la produzione mi ha molto coinvolto nel progetto, mi sono sentito quasi un regista. E’ dedicato, come il libro, a tutte le persone che cercano riscatto e speranza”.