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La ginnastica ritmica è uno sport che trasmette armonia, eleganza, coordinazione e grande sensibilità musicale. Il senso di leggerezza che percepiamo mentre guardiamo le ginnaste competere è sicuramente ciò che maggiormente attira il nostro interesse verso questa disciplina, ma qual è la storia della ginnastica ritmica?
Sport prettamente femminile, la ginnastica ritmica è il connubio perfetto tra danza e ginnastica artistica. Le ginnaste si presentano in pedana con esercizi di danza accompagnate da musica e con l’ausilio di piccoli attrezzi (così chiamati per distinguerli dai “grandi” della sezione artistica). Gli attrezzi con cui le atlete mostrano la propria abilità sono 5 e sono: la corda, il nastro, le clavette, il cerchio e la palla.
Questa sport ha sicuramente alle spalle una storia recente per quanto riguarda la sua forma moderna ma echi di essa sono presenti già nei tempi antichi. Sono infatti molte le raffigurazioni trovate all’interno delle tombe degli antichi egizi che rappresentano donne in procinto di eseguire movimenti ginnici che ricordano quelli della ginnastica ritmica moderna. Anche da Sparta e Atene, dove lo sport era fondamentale anche per le donne che dovevano diventare madri, pervengono testimonianze scritte della presenza di giochi sportivi femminili che combinavano la danza con l’uso della palla.
Infine, in Cina sotto l’imperatore Yn Kang Chi, famosa era l’attività sportiva svolta in base all’agilità e alla destrezza con cui si maneggiavano attrezzi come aste, bastoni e palle. Da queste antichissime origini si passa ad un periodo di stallo in cui la pratica non viene più evoluta e talvolta nemmeno considerata. È nel periodo umanista che questo sport si avvia finalmente verso una definizione personale vera e propria.
A partire dal XIX secolo, molte teorie e molti studi consentono alla ginnastica ritmica di svilupparsi e formarsi completamente. Le teorie di Noverre (creatore del balletto moderno) e di Delsarte furono fondamentali per i primi passi di questa disciplina. Delsarte, musicista e teorico del gesto, fu il primo ad introdurre la musica come accompagnamento dei movimenti ginnici dopo aver condotto diversi studi sul modo in cui il movimento del corpo possa trasmettere emozioni. Grazie a questa innovazione nacque la “ginnastica moderna”.
Anche George Demenÿ contribuì a sviluppare la pratica ritmica grazie ai suoi studi con cui dimostrò che lo stretching, i movimenti con oggetti e la danza aiutassero il corpo a trovare la postura perfetta e migliorassero flessibilità e agilità.
Il passo fondamentale per l’affermazione della ginnastica ritmica come sport specifico fu però quello mosso da Émile Jacques Dalcroze che, verso fine ‘800, ideò ciò che ricordiamo come euritmica. L’euritmica consisteva in una danza sportiva ed era un’attività motoria che si basava sul concetto di ritmo e armonia.
Si differenziava dalla ginnastica tradizionale poiché non era più semplicemente un rigido ripetersi di movimenti ma una nuova pratica che combinava espressività, armonia e soprattutto sensibilità musicale. La musica era infatti secondo Dalcroze ciò che permetteva di evidenziare la ritmicità e l’eleganza dell’atleta.
In Italia, la ginnastica ritmica inizia a svilupparsi a Torino intorno al 1925. La popolarità e la conoscenza di questo sport crebbero in quegli anni grazie all’intervento di Andreina Sacco Gotta: diplomata in educazione fisica e in composizione musicale fu un’atleta poliedrica che si dedicò anche a stabilire gli elementi essenziali della ginnastica ritmica moderna. Grazie a lei questa disciplina entrò a far parte del sistema scolastico nel 1952 (con l’approvazione del Ministro della Pubblica Istruzione) e le permise di esserne insegnante fino alla pensione quasi 15 anni dopo.
I primi esercizi di ritmica furono presentati alle Olimpiadi di Stoccolma già nel 1912 e, in seguito, a quelle di Anversa nel 1920 ma questo sport è stato riconosciuto come competitivo agonistico solo nel 1948, quando si svolse la prima competizione ufficiale in URSS. Bisognerà aspettare gli anni ’60 per vederlo separato ufficialmente dalla ginnastica artistica e per assistere ai primi campionati mondiali a Budapest.
Oggi, le competizioni di ginnastica artistica si dividono in esercizi individuali e di squadra (composta da 5 ginnaste). L’obiettivo in entrambi i casi è quello di eseguire un esercizio composto da diverse difficoltà (individuate nel Codice dei punteggi e componenti il D-score) con un accompagnamento musicale e l’utilizzo di uno o più attrezzi. La musica è parte fondamentale dell’esercizio e del giudizio che verrà dato alla ginnasta. È molto importante che l’espressività dell’atleta sia in tema con la musica che la accompagna e con la “storia” che c’è dietro all’esercizio.
Gli attrezzi che vengono usati singolarmente o in combinata (negli esercizi di squadra) sono:
Gli esercizi hanno una durata massima di 1.30 minuti per l’individuale, mentre per la squadra l’esercizio può durare fino a 2,30 minuti.
Uno dei fiori all’occhiello tra gli atleti della nazionale è sicuramente la squadra di ginnastica ritmica, le cui appartenenti vengono chiamate “farfalle” (in virtù della loro estrema eleganza). Questa squadra, nata nel 1960, ha visto succedersi moltissime ginnaste tra cui i portenti Marta Pagnini e Veronica Bertolini. Dall’esordio alle prime Olimpiadi nel 1996, la squadra allenata da Emanuela Maccarini, ha collezionato una serie di successi tra cui:
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