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La storia del trampolino elastico è molto recente. Si tratta di una disciplina giovane, presente ai Giochi Olimpici solo da Sidney 2000, che genera divertimento e adrenalina sia in chi la esegue sia nello spettatore.
Scavando a fondo alla ricerca delle origini di questo sport, si è notato come le primissime forme di trampolino elastico si possano ricondurre a una antica tradizione degli Inuit dell’America Settentrionale: il Nulukataq. Durante questa festa si celebra la caccia alla balena e durante i festeggiamenti avviene un rito insolito: uomini e donne sorreggono una coperta fatta di pelle di foca, dove la persona eletta deve saltarci sopra. Si tratta di una sorta di primo tappeto elastico, seppur senza una struttura fissa e basato sulla forza degli umani.
Nonostante altre forme primitive si possano ritrovare all’interno del circo, il trampolino elastico moderno nasce nel 1936. L’invenzione è da attribuire a George Nissen, ginnasta statunitense, e al suo allenatore Larry Griswold. Nissen decise di inventare il trampolino, utilizzando mezzi di fortuna, con l’intento di migliorare le sue performance sportive.
I due diedero vita a un tour dimostrativo per diffondere ila loro invenzione. In Messico gli spettatori locali definirono trampolìn (trampolino di lancio) il nuovo attrezzo. Il successo del tour spinse i due ad aprire una società nel 1942: la Griswold-Nissen Trampoline & Tumbling.
Oltra al 1936, anno fondamentale per la storia del trampolino elastico è il 1998, quando la FIT venne riconosciuta come disciplina dal Comitato Olimpico. La disciplina fece il suo esordio a Sidney 2000, per poi apparire in tutte le successive edizioni delle Olimpiadi. Rosannagh MacLennan, canadese classe 1988, è finora l’unica atleta finora in grado di vincere due ori olimpici in questo sport (Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016).
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Il trampolino nel corso degli anni ha subito miglioramenti rispetto all’iniziale prototipo del duo statunitense. Si è così arrivati ad una standardizzazione valida per tutti. Come riportato dalla Federazione Ginnastica d’Italia, l’attrezzo del trampolino elastico è costituito da una rete elastica avente dimensioni di 2,20 m per 4,20 m. La rete è agganciata mediante 116 molle ad un telaio metallico, posto all’altezza di 1,20 m da terra. Ai lati sono presenti delle protezioni (alte 20 cm e lunghe 2 m). Per la sicurezza dell’atleta è necessaria un’area di sicurezza di 65,10 m² e l’altezza del luogo di gara o di allenamento deve essere almeno di 8 m. L’impiego del trampolino elastico, produce per le sue caratteristiche tecniche, un aumento dei tempi e spazi delle fasi di volo, facilitando in questo senso l’apprendimento anche dei movimenti acrobatici più complessi.
A livello storico è interessante vedere come inizialmente i trampolini vennero prodotti a scopo ricreativo. Tuttavia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, l‘Aviazione e la Marina statunitense li utilizzarono come strumento valido per la formazione dei piloti e navigatori. Successivamente, soprattutto negli anni della corsa allo Spazio tra USA e URSS, venne utilizzato anche per formare astronauti americani e sovietici.
Nel corso degli anni la Nasa ha utilizzato il trampolino come strumento di formazione per gli astronauti. Attraverso diversi studi ha rilevato diversi benefici. Il principale è che l’utilizzo di questo strumento permette al corpo di adeguarsi alla perdita di gravità. Oltre a eventuali benefici inerenti all’attività spaziale, questa disciplina ne presenta alcuni validi per tutti, professionisti ma non solo.
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