La storia di Vanessa Ferrari: tra tendiniti e riscatti

Un nome entrato nella storia e nella leggenda: Vanessa Ferrari è la punta di diamante della nazionale italiana di ginnastica artistica da 14 anni e la sua storia non è ancora finita.

2006, Mondiali di Aarhus (Danimarca). Una minutissima ragazza di 146 cm, a soli 16 anni, conquista l’oro individuale all around per la prima volta nella storia della ginnastica artistica italiana. Lo sguardo famelico di vittoria su cui si concentra la telecamera prima dell’inizio del suo corpo libero rimarrà impresso nella mente di tutti gli appassionati di ginnastica per sempre: è in quel momento che nasce la leggenda della “cannibale di Orzinuovi”.

Ma la storia di Vanessa Ferrari è ricca di molto altro oltre che di quel magico oro mondiale.

La storia di Vanessa Ferrari

Vanessa Ferrari nasce ad Orzinuovi nel 1990 e a soli 7 anni inizia a praticare ginnastica artistica nella provincia di Cremona.

Nel 1998, la mamma ex-ginnasta, la aiuterà a scegliere di trasferirsi a Brescia per allenarsi con la prestigiosa società Brixia (che conta oggi 18 scudetti nazionali vinti). Nel 2002, dopo tante fatiche, Vanessa partecipa al suo primo incontro internazionale con la nazionale juniores classificandosi seconda nel concorso individuale. Inizia lo stesso anno a contare una numerosa serie di vittorie e podi in campo nazionale che le garantiscono le attenzioni della nazionale azzurra per la quale diventa componente fissa.

Gli anni d’oro

Vanessa parte con la nazionale femminile juniores per i suoi primi campionati europei ad Amsterdam nel 2004. La squadra conquista la medaglia di bronzo e Vanessa guadagna l’argento individuale all around e il bronzo alla trave. L’anno dopo, nel 2005, ai giochi del Mediterraneo “la cannibale” (proprio in questa occasione le viene affibiato questo soprannome) conquista 6 medaglie su 6: cinque ori e un argento. Una stagione perfetta che preparava il terreno per l’esordio nella categoria senior che sarebbe avvenuto l’anno seguente.

Il 2006 è l’attesissimo anno del debutto senior: la squadra inizia la stagione vincendo l’oro ai campionati europei di Volos (prima volta nella storia) e per Vanessa arriva l’argento al corpo libero. Giunti ai mondiali di Aahrus, Vanessa non delude le aspettative qualificandosi per le finali all around, parallele, trave e corpo libero.

La finale all around (su tutti e quattro gli attrezzi) inizia molto bene per l’azzurra con due ottimi esercizi al volteggio e alle parallele. Arriva però la caduta dalla trave eseguendo un salto indietro raccolto avvitato, che la porta a scendere al secondo posto della classifica. L’ultimo attrezzo però, il corpo libero, è il suo cavallo di battaglia e Vanessa lo sa bene. Sale in pedana con quello sguardo feroce che la contraddistingue, determinata a prendersi quell’oro che sogna da quando era bambina e sulle note di “Nessun Dorma” esegue un esercizio impeccabile che la fa schizzare al primo posto e diventare la prima Campionessa Mondiale italiana a soli 16 anni.

Di ritorno in Italia Vanessa è sulla bocca di tutti, appassionati e non, il CONI le assegna il Collare d’Oro e il Presidente della Repubblica le conferisce l’Ordine al merito della Repubblica italiana.

vanessa campionessa mondiale

Le Olimpiadi di Pechino e l’inizio della tendinite

Nel 2008 Vanessa, forte di tutti i successi ottenuti negli anni precedenti, è pronta a partecipare alle sue prima Olimpiadi a Pechino. Nonostante una tendinite acuta, decide infatti di non perdersi per nessun motivo quell’occasione e parte con la delegazione italiana. La gara non va tuttavia come previsto ne con la squadra ne individualmente, dove arriva undicesima nella finale all around. Oltre ad una gara non brillante, Vanessa si ritrova a dover fare i conti con la sua tendinite: a causa degli importanti carichi che aveva comportato la preparazione olimpica e la fatica delle competizioni la sua situazione si era aggravata.

Vanessa tenta con la fisioterapia di sistemare i suoi tendini, tornando in gara solo per gli Europei di Milano del 2009 ma a fine stagione il dolore diventa insopportabile e decide così di operarsi. A quel punto la riabilitazione diventa lunghissima e gli anni 2010 e 2011 sono di assestamento: Vanessa gareggia sempre tra le grandi, assicurandosi sempre finali e qualifiche ma senza guadagnare nuove medaglie internazionali.

I problemi ai tendini saranno la condanna di Vanessa per tutta la sua carriera (ancora oggi ha a che fare con le conseguenze di un’altra operazione), ma questo non è mai stato sufficiente a fermarla. Nel 2015 la tendinite si ripresentò a seguito di una forte mononucleosi e per questo Vanessa rinunciò alle finali di specialità del Mondiale di Glasgow al quale aveva partecipato unicamente per aiutare le compagne a guadagnare la qualificazione olimpica.

A seguito delle olimpiadi di Rio, Vanessa decide di operarsi ancora e dopo un infinito periodo di recupero torna in gara nel 2017 ai campionati mondiali di Montreal dove, durante la finale a corpo libero, si rompe il tendine d’Achille sinistro. Dopo una lunga meditazione in cui la ginnasta ha cercato di capire se continuare con la sua carriera o meno, capisce che il suo destino le riserva ancora qualcosa: si opera e inizia la preparazione per Tokyo 2020.

vanessa infortunio

Le delusioni olimpiche

La storia di Vanessa Ferrari è sicuramente una storia di resilienza e di determinazione. Le vicissitudini legate ai suoi infortuni e alle sfortune in campo olimpico ne sono la dimostrazione. Dopo la batosta di Pechino, Vanessa si presenta sia a Londra che a Rio con un solo obiettivo in testa: la medaglia olimpica al corpo libero.

A Londra la qualificazione va benissimo e Vanessa si presenta alla finale a 8 con un buon presentimento, sa di poter fare bene. In effetti, l’esercizio andrà alla grande e il punteggio sarà ottimo: 14.900. Il cavillo si presenta quando Aliya Mustafina (RUS) ottiene lo stesso identico punteggio e, non essendo contemplato il pari merito alle Olimpiadi, per regolamento la ginnasta con il punteggio di esecuzione (E-score) più alto passa avanti. Vanessa vede sfumare la medaglia di bronzo nonostante il punteggio fosse lo stesso e il suo valore di difficoltà più alto.

A Rio, la cannibale è pronta a riscattarsi da quella medaglia di legno ottenuta 4 anni prima. Scende in pedana per ultima, dopo le americane inarrivabili Alexandra Raisman e Simone Biles e sa di potersela giocare ancora una volta. L’esercizio fila perfettamente ma all’arrivo dell’ultima diagonale fa un passetto indietro che le costa un decimo di penalità. Sarà proprio quel decimo che le costerà il quarto posto ancora una volta.

I riscatti

Dopo ogni caduta Vanessa ha sempre dimostrato di essere in grado di rialzarsi. Dopo le delusioni di Londra e di Rio, la ginnasta è tornata subito in campo nazionale e internazionale conquistando le seguenti vittorie:

  • Giochi del Mediterraneo di Mersin, 2013: oro a squadre, oro individuale, oro al corpo libero, bronzo alla trave.
  • Mondiali di Anversa, 2013: sesta all around, quarta alla trave, argento al corpo libero.
  • Coppa del mondo di Stoccarda, 2013: bronzo.
  • Coppa del mondo di Tokyo, 2014: oro.
  • Europei di Sofia, 2014: oro al corpo libero.
  • Mondiali di Nanning, 2015: quinto posto con la squadra, e quinto posto al corpo libero.
  • Coppa del mondo di Melbourne, 2019: oro al corpo libero.
  • ” ” ” Baku, 2019: bronzo al corpo libero.
  • ” ” ” Doha, 2019: bronzo al corpo libero.

Tokyo 2020 (2021)

Dopo l’operazione al tendine del 2017, Vanessa ha riflettuto molto riguardo al suo ritorno in occasione di quella che sarebbe la sua quarta olimpiade. Nella sua biografia dice che

Ho ricevuto un sostegno generale fortissimo che mi ha aiutata veramente a superare quel momento buio. Questa volta ho iniziato a pensare che se così tanta gente crede in me, vuol dire che o siamo tutti pazzi oppure che c’è ancora speranza e ci sono ancora carte da giocare.

Nel 2019, dopo le coppe del mondo a cui ha partecipato si è sottoposta ad un’ennesima operazione di pulizia dei tendini, così da evitare nel breve futuro qualsiasi altro tipo di problema a quel punto così delicato e maledetto del suo corpo. Vanessa non ha perso un giorno di allenamento da quando si è messa in testa di volersi guadagnare la qualificazione individuale alle prossime olimpiadi, nemmeno dopo le operazioni.

Il 2020 è sicuramente stato per tutti gli atleti un anno sfortunato a livello di competizioni; siamo sicuri tuttavia che nemmeno un’annata del genere riuscirà a fermare l’intramontabile Vanessa Ferrari, campionessa anche nell’aggiungere sempre nuovi emozionanti capitoli alla sua storia.

olimpiadi

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