La temuta e affascinante Streif, il difficilissimo tracciato di Kitzbuehel universalmente noto come l’università dello sci, sembra avere un conto aperto con Dominik Paris. L’azzurro nel 2020 aveva rimediato il suo gravissimo infortunio proprio in preparazione alle due gare di Kitzbuehel.
Un anno dopo, tornato sulle nevi austriache, deve accontentarsi di un amaro settimo posto. A cui prova a dare una spiegazione.
“Non ci sono scuse, ma con queste condizioni di luce faccio ancora fatica – ha ammesso ai microfoni della FISI -.
Era buio e non si vedeva praticamente nulla. Ma direi che semplicemente non ho sciato bene”.
“Sin dall’inizio non ho trovato la scioltezza, poi sotto ho perso parecchio. Mi manca ancora qualcosa. Con questa visibilità un tempo potevo fare di tutto, mentre ora non è più così. L’obiettivo è tornare a rendere come una volta”, ha aggiunto Paris.
Nella seconda discesa di Kitzbuehel, Paris ha concluso con un tempo superiore di 1.18 rispetto a quello del vincitore Beat Feuz. Migliore tra gli italiani è stato Christof Innerhofer, quarto a +0.86.