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Oscar de la Hoya è uno dei pugili più forti di sempre. Soprannominato Golden Boy, ecco chi è colui che vinse l’oro alle Olimpiadi di Barcellona 1992.
Chi è Oscar de la Hoya
Di origine messicana, è nato il 4 Febbraio 1973 a Los Angeles.
I suoi genitori sono stati fondamentali nella sua crescita, nonostante le difficoltà economiche: il padre l’ha severamente allenato, tenendolo lontano dai problemi e dalla violenza della periferia, mentre la madre, morta quando lui aveva diciassette anni, è da sempre sua fonte d’ispirazione.
L’oro olimpico nel 1992 e le quattro categorie
De la Hoya cominciò fin da subito a emergere nel mondo del pugilato, conquistando nel 1989 l’ambito torneo Golden Gloves. Dopo aver ottenuto per due anni consecutivi il titolo di campione americano, divenne celebre grazie al successo olimpico a Barcellona 1992. Quell’oro gli fece lasciare il dilettantismo, dopo 223 vittorie e solo 5 sconfitte.
Da professionista venne soprannominato The Pride Of East LA e si aggiudicò subito il titolo nella categoria versione WBO. Onorificenza che dovette difendere l’anno successivo contro l’italiano Giorgio Campanella, che gli inflisse il primo Knock Down in carriera. Nel 1995 decise di passare di categoria: ottenne la vittoria del titolo WBO anche ai Leggeri, riuscendo successivamente a riunificare i titoli IBF e WBO contro Rafael Ruelas.
Nel Giugno 1996 decise di passare ai superleggeri: sconfiggendo il messicano Julio César Chávez, nel suo primo match con incasso milionario Oscar riuscì a soli 23 anni a conquistare tre corone in tre categorie differenti. Per completare il cerchio mancava solo la quarta vittoria, quella nei pesi Welter, che riuscì a ottenere contro il favorito Pernell Whitaker.
Il match del millennio e lo scandalo BALCO
Rimasto nella categoria, dopo aver difeso più volte il titolo, decise di riunificare l suo titolo WBC e quello IBF di Felix Trinidad, portoricano ancora imbattuto. Lo scontro tra questi due supercampioni venne definito come il match del millennio.
Dopo settimane di campagna pubblicitaria, arrivò l’attesa sfida che si tenne al Mandalay Bay Resort di Las Vegas. Dopo un inizio fortissimo, de la Hoya dovette cedere alla violenza di Trinidad, che gli inflisse la sconfitta per un discusso verdetto Majority Decision. L’incontro passò alla storia anche per l’incasso record di 71.4 milioni di dollari in pay Per View.
Quella prima sconfitta da professionista fu un duro colpo per lui: perse di vista l’allenamento, preferendo incidere un nuovo disco con cui vinse un Grammy nel 1999. Un nuovo insuccesso, stavolta contro Shane Mosley, lo convissero a cambiare allenatore e a rimettersi in forma. Ciò si vide nella sua scelta di passare in superwelter, dove ottenne la quinta cintura in cinque categorie diverse.
Dopo un esaltante match contro Vargas, definita da molti una delle migliori performance del pugile di Los Angeles, decise di chiedere la rivincita a Mosley. L’incontro, rinominato Redemption, vide una nuova sconfitta per de la Hoya che dovette cedere i titoli WBA e WBC. Anche in questo caso furono molte le polemiche rivolte ai giudici di gara. Tuttavia fu nel 2007, quattro anni dopo il match, che venne diffusa la notizia che a seguito dello scandalo BALCO venne scoperto che Mosley avrebbe fatto uso di EPO fino a pochi giorni prima della sfida con Oscar. Tuttavia de la Hoya decise di non fare ricorso, cosa che gli avrebbe permesso di cancellare la sconfitta.
La fine della carriera
Nel 2004 il Golden Boy decise di entrare definitivamente nella storia, realizzando un record incredibile. Sconfiggendo il tedesco Felix Sturm nei pesi medi, ottenne la sesta cintura in sei categorie differenti.
Non sazio decise di affrontare la coraggiosa conquista delle cinture WBA, WBC ed IBF sfidando Bernard Hopkins, pugile imbattuto da dieci anni. L’incontro fu una grossa sconfitta per de la Hoya, che subì il primo KO in tutta la sua carriera. Dopo questo incontro si fermò per 15 mesi, fondando la Golden Boy Promotion, polo manageriale da cui è passato anche un campione come Canelo Alvarez.
Nel 2006, dopo aver riconquistato la corona WBC superwelter, decise di accettare la sfida con Floyd Mayweather, Jr. dando vita al match più importante, al di fuori della categoria pesi massimi, nella storia della boxe. Tuttavia, nonostante l’equilibrio del match, de la Hoya non riuscì a ottenere questa ennesima soddisfazione.
Non potendo ottenere la rivincita, visto il ritiro del rivale, il suo ultimo match fu quello contro il filippino Manny Pacquiao. La sfida, avvenuta nel dicembre del 2008, fu una pesante sconfitta per Oscar che al termine del nono round, su suggerimento del suo entourage, decise di chiedere la sospensione onde evitare una punizione troppo pesante. Dopo essersi ritirato nel 2009, nell’agosto 2020 ha annunciato il suo ritorno sul ring per l’anno successivo.
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