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Quando ha iniziato a spopolare la moda della barba lunga, nessuno avrebbe mai pensato che nel mondo dello sport ci sarebbero state delle barbe più famose dello sportivo stesso.
Il precursore del culto della barba nel mondo dello sport non può che essere chi della barba ne ha fatto il suo soprannome.
Ovviamente stiamo parlando della guardia dei Brooklyn Nets James Harden, uno dei più forti cestisti al mondo. È stato lo stesso Harden ad ammettere che nel 2009, quando giocava negli Oklahoma City Thunder, per pigrizia smise di radersi. A tratti sembrò addirittura che all’aumentare del volume della sua barba, aumentarono vertiginosamente anche i numeri di Harden. Al di là dei presunti superpoteri derivati dalla sua lanuggine, il barba è diventato uno dei migliori giocatori della lega (con o senza barba).
Rimaniamo in tema pallacanestro ma torniamo in Europa. Gigi Datome, ala dell’Olimpia Milano ed ex giocatore del Fenerbache dopo una parentesi in NBA con Celtics e Pistons. Datome, da anni sfoggia una barba perfettamente curata che, accompagnata negli scorsi anni da una lunga chioma, gli avevano affibbiato il soprannome di Gesù Cristo.
Negli ultimi anni, il fenomeno della barba è spopolato anche nel mondo del calcio. Il pioniere può essere individuato in Aaron Gunnarsson, che nel 1994 sfoggiò un lungo pizzetto ramato. Da qui in poi, la barba diventò un vero e proprio trend tra i calciatori, con Alexi Lalas che diventò il precursore in Italia. Dopo di lui, anche l’ex bandiera della Roma Daniele de Rossi svezzò una folta barba rossiccia. La barba rossa è diventata un marchio di fabbrica anche del migliore al mondo Lionel Messi. La Pulga, non solo porta la barba da diverso tempo, ma il fatto che se la accarezzi prima di un calcio piazzato è diventata un vero e proprio rito.
Sicuramente, un nuovo calciatore che è entrato a gamba tesa nella gara di barbe è il portiere della Fiorentina: Bartolomiej Dragowski. Il numero uno della Viola ha infatti dichiarato di essersi talmente tanto appassionato alla serie “Vikings” da aver deciso di assomigliare al protagonista Ragnar Lothbrok.
“Mi è piaciuto così tanto quello stile che non me la sono più tagliata. […] Piace molto alla mia ragazza, anche perché dice che così mi copre il viso e sono più carino.”
Queste le parole di Dragowski, che ha annunciato di voler continuare a far crescere sia barba che capelli, di modo da poter diventare a tutti gli effetti un guerriero norreno.
Il portiere della Viola rischia di insidiare la nome di “Re della barba nel calcio” dell’ex attaccante italiano Davide Moscardelli. L’ex centravanti di Chievo e Bologna è diventato un’icona di questa categoria, nonché un fenomeno sui social. Con la sua barba, infatti, il Mosca ha stappato una bottiglia di birra nella “Bottle Cap Challenge” e ha appeso alla barba le luminarie e le palline di Natale per fare gli auguri ai suoi follower.
Un’altra barba virale nonostante non sia lunga e voluminosa è quella sul viso di Gianmarco Tamberi. Quella della barba di Gimbo è una storia dettata dalla superstizione. Infatti, da quando il padre gli suggerì di radersi solo metà viso, Gianmarco cominciò ad infrangere record e conquistare vittorie.
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