Chi è Laurel Hubbard: carriera e vita dell’atleta transgender

Le competizioni giovanili nelle categorie maschili di sollevamento pesi e la ribalta nelle categorie femminili dopo la transizione. Tra vittorie e infortuni, tra record e proteste, chi è Laurel Hubbard, la weightlifter transgender?

Chi è Laurel Hubbard

Neozelandese, nasce nel 1978 con il nome di Gavin.

Nel 1998 stabilisce il record neozelandese juniores della sua categoria, con snatch 135 kg, clean & jerk 170 kg e un totale di 300 kg. In seguito, non passa al professionismo ma rimane nell’ambiente della pesistica, in qualità di funzionario sportivo. Tra il 2012 e il 2013 cambia sesso e assume l’identità e il nome di Laurel, tornando a gareggiare: questa volta, però, nelle categorie femminili.

Carriera

Agli Australian International & Australian Open del 2017 a Melbourne, compete nella categoria più pesante (90 kg+). Vince la medaglia d’oro con uno snatch da 123 kg e un clean & jerk da 145 kg, per un totale di 268 kg con un peso corporeo di 131,83 kg. È così diventata il primo individuo transgender a vincere un titolo internazionale di sollevamento pesi per la Nuova Zelanda. Nello stesso anno Laurel Hubbard guadagna anche il titolo di vice-campionessa mondiale, nel contesto del World Championships di Anaheim.

Laurel si qualifica per i Giochi del Commonwealth 2018, ma un infortunio al gomito durante la competizione la costringe al ritiro dall’evento mentre si trova in testa. L’anno successivo si aggiudica due medaglie d’oro ai Giochi del Pacifico 2019 a Samoa. Inoltre, nel 2020, si laurea campionessa mondiale nella gara femminile 87 kg+ ai Mondiali di Roma 2020.

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Polemiche

Sebbene Laurel Hubbard soddisfi i requisiti di idoneità per competere a gare internazionali e non, le sue vittorie hanno scatenato accesi dibattiti. Gli atleti che sono stati critici nei confronti della decisione di permettere alla Hubbard di gareggiare includono sia le rivali che sportivi di altre categorie, maschili e femminili. Anche l’amministratore delegato della Federazione australiana di sollevamento pesi, Michael Keelan, ha denunciato l’ingiustizia nei confronti degli altri concorrenti.

La stessa presa di posizione è stata adottata in seguito ai Giochi del Pacifico 2019 da Loau Solamalemalo Keneti Sio e da Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi, rispettivamente Ministro dello Sport e Primo Ministro di Samoa. Come riportato da Reuters, tra le voci contrarie all’inclusione di Laurel Hubbard nelle competizioni femminili, c’è quella di Tracey Lambrechs. La sollevatrice neozelandese, compagna di squadra di Laurel e bronzo ai Giochi del Commonwealth nel 2018,

https://twitter.com/Reuters/status/1390109130631913473?ref_src=twsrc%5Etfw

Non solo il mondo dello sport, bensì anche la comunità LGBT+ si scinde tra favorevoli e contrari. Stretta nella morsa mediatica, nel 2017 Laurel Hubbard aveva rilasciato un’intervista a Checkpoint, programma televisivo neozelandese, in cui rompeva il proprio silenzio.

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Sarà tuttavia la Federazione Nazionale neozelandese a decretare la sua partecipazione a Tokyo 2021. Dopo il via libera da parte della IWF (International Weightlifting Federation), quello è infatti l’ultimo ostacolo al pass olimpico per Laurel. La Hubbard è formalmente eleggibile, non violando le linee guida in materia dettate nel 2016 dal Comitato Olimpico Internazionale. In particolare, ha mantenuto costantemente un livello di testosterone inferiore alla soglia di 10 nanogrammi per litro. L’ultima parola spetta dunque al suo team e alla federazione, che entro il 5 luglio dovrà approvare o meno la convocazione di Laurel Hubbard. In caso positivo, si assisterà alla prima partecipazione olimpica di un atleta transgender.

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