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Nel corso di una conferenza stampa appositamente indetta, il presidente dell’organizzazione delle Olimpiadi Seiko Hashimoto ha illustrato quali saranno le linee guida da seguire in occasione di Tokyo 2021. Oltre agli abbracci, gli applausi e le bandiere, ad essere vietati saranno anche i preservativi.
Ebbene sì, avete letto correttamente: alla XXXII edizione dei Giochi Olimpici la tradizionale distribuzione gratuita di profilattici non avrà luogo.
L’iniziativa, in vigore a partire dalle Olimpiadi di Seul del 1988, era stata intrapresa con l’obiettivo di promuovere il sesso sicuro e combattere l’Aids. Ora, a 33 anni di distanza, la tradizione verrà sospesa, con buona pace di tifosi, atleti e addetti ai lavori. A richiedere una tale contromisura, come da un anno e mezzo a questa parte, l’esigenza di sconfiggere il COVID-19.
Il virus, infatti, continua a circolare, ragion per cui non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia. A rincarare la dose, lo stesso presidente dell’organizzazione delle Olimpiadi, il quale ha affermato che “ogni forma di contatto fisico andrà tassativamente evitata“. Le pene, per chi dovesse trasgredire, vanno dalle multe e le squalifiche, fino ad arrivare addirittura al ritiro delle medaglie e al rimpatrio con effetto immediato.
All’interno del villaggio olimpionico, pertanto, vigerà l’imperativo “niente sesso”, mentre la tradizionale somministrazione gratuita di preservativi avrà luogo una volta che le Olimpiadi di Tokyo 2021 saranno terminate. Segno, quest’ultimo, che il comitato sportivo mantiene il proposito di promuoverne l’utilizzo. I profilattici, dunque, finiranno nelle valigie dei tifosi e nei borsoni degli atleti, costretti a condividere un unico destino: quello di sparpagliarsi per il mondo. Fintanto che dureranno i Giochi, infatti, non sarà ammessa alcuna forma di promiscuità.
A questa curiosa restrizione, tuttavia, se ne aggiungono altre. Come, ad esempio, quella di non “prendere contatto con gli altri spettatori”, evitando, per quanto possibile, di “esprimere supporto verbale“. Da evitare, inoltre, il ricorso a “qualsiasi forma di applauso o sostegno.” Proibite, in questo senso, le bandiere, le urla di incitamento e gli abbracci tra fan.
Ai tifosi, pertanto, spetta l’arduo compito di inventarsi un modo di festeggiare che sia a prova di Covid. L’impegno, condiviso da Seiko Hashimoto, è infatti quello di “essere creativi” e di “provare la gioia per una vittoria all’interno dei propri cuori.”
Impossibile, dunque, ritrovare a Tokyo quel clima di festa cui assistiamo ogni giorno in occasione degli Europei di Calcio. Il Giappone, del resto, è un paese molto rigido in materia di contagi. Basti pensare, per esempio, alla diffusissima usanza di indossare la mascherina nei luoghi pubblici. Una pratica, questa, che i giapponesi adottano da ben prima che il Covid facesse la propria comparsa.
Per un’esorbitante numero di restrizioni, anche qualche concessione. La più peculiare, in questo senso, quella di poter consumare alcolici all’interno dei propri alloggi. Assisteremo, pertanto, ad una situazione del tutto paradossale: agli atleti, da sempre votati ad un regime di vita estremamente salutare, sarà proibito di fare sesso sicuro, mentre sarà concesso di ubriacarsi nella solitudine delle loro stanze.
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