Tokyo 2020, il CT Valentini: “E’ la giusta ricompensa per questi cinque anni di instancabile lavoro”

A Tokyo 2020 cala il sipario sull’avventura dell’Italia del paraciclismo. Con la prova in linea di oggi, l’ultima in programma sul circuito del Fuji Speedway, la Nazionale del CT Mario Valentini chiude l’esperienza paralimpica con 7 medaglie: 1 oro, 5 d’argento, 1 bronzo, scrivendo un’altra bella pagina per lo sport azzurro.

E’ la conferma che il paraciclismo resta uno dei punti di forza del movimento federale. Il bilancio è affidato alle parole del Commissario Tecnico: “Abbiamo fatto vedere ancora una volta di cosa siamo capaci. Sono orgoglioso di ognuno dei miei ragazzi, che hanno mostrato lo spessore di questo gruppo, umano ancor prima che agonistico. Siamo uniti, siamo umili, siamo vincenti: questo è quello che dimostriamo prova dopo prova”.

I numeri parlano chiaro: l’Italia del ciclismo occupa il quinto posto per numero di metalli conquistati in questi Giochi, confermandosi come riserva di medaglie per il movimento paralimpico italiano e proiettandosi al secondo posto del ranking dietro al nuoto. Sette podi per undici atleti è il riassunto della prova di forza degli azzurri, partiti subito forte con quattro argenti nella cronometro (con Mazzone, Porcellato, Cornegliani e Farroni), su un percorso duro, che ha messo in difficoltà tutti. Con le prove in linea poi sono arrivate altre due medaglie (argento, da Mazzone, e bronzo, da Aere), fino a quella d’oro del Team Relay. “Abbiamo vinto la gara più bella, come diceva sempre mio figlio Mauro. Un successo che ha dato un significato diverso ai risultati precedenti e ci ha finalmente fatti esplodere di gioia. Ce lo meritiamo, è la giusta ricompensa per questi cinque anni di instancabile lavoro. Abbiamo risposto sul campo alle critiche arrivate sulle nostre scelte tecniche e ai dubbi sul nostro futuro: bisognerebbe parlare solo quando si hanno competenze e corrette informazioni. La mia porta è sempre aperta per qualsiasi confronto”.

Sui singoli il CT aggiunge: “La bella sorpresa è stata Diego Colombari, che ha sostituito più che degnamente Alex Zanardi oltre ad aver raccolto un ottimo quarto posto nella crono, alla sua prima esperienza paralimpica. Ha lavorato duramente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo stesso vale per Katia Aere: in appena due anni è quella che è cresciuta di più nel gruppo. La sua è una medaglia sudata e decisamente meritata”. E ancora: “Fondamentale è stata la grinta di Paolo Cecchetto, che ha dimostrato ancora una volta attaccamento alla maglia azzurra. La stessa che non è mancata in Luca Mazzone, regolarista del terzetto, che avrebbe potuto prendersi un oro anche nella cronometro, sfiorato per 26 centesimi. Però, come dico sempre, è tutto scritto: il destino ha voluto così e noi ci prendiamo quello che ci offre”.

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