Stefano Cerioni, tornato alla guida della Nazionale italiana di fioretto dopo la delusione di Tokyo 2020, ha parlato, intervistato da ‘Giorno’, ‘Carlino’ e ‘Nazione Sport’: “Riprendiamo da dove avevamo lasciato, anche se sono passati parecchi anni e le cose sono molto cambiate.
Non sarà un lavoro semplice ritrovare i ritmi e le vittorie che avevamo in passato, ma il lavoro è bello e il progetto stimolante. Ho accettato l’idea di tornare in Italia per che mi hanno fatto sentire indispensabile e questo mi ha convinto.
Con i francesi eravamo molto avanti, ma l’Italia è riuscita a infilarsi nell’ultimo spiraglio disponibile. Ma non si tratta di soldi”
“All’estero ci sono i centri federali dove un tecnico sceglie 10-15 atleti e lavora con quelli quotidianamente. Visti i risultati, mi sono rafforzato nella convinzione che il modo giusto sia quello, quindi nei limiti del budget vorrei fare più allenamenti e non solo una settimana al mese. Probabilmente ci riusciremo, dobbiamo creare un gruppo affiliato di maestri” ha proseguito Cerioni.
“Il fatto che arrivassero i risultati ci faceva pensare che gli altri dovevano imparare da noi, oggi dobbiamo cercare di essere sempre un po’ avanti, cercare tattiche nuove” ha detto l’ex ct della Nazionale russa.