La storia delle bocce

In spiaggia, al parchetto o ai circoletti per anziani, poco cambia il luogo: le bocce sono un gioco semplicemente immortale, dalla facile comprensione e adatte a tutte le età. Questo è probabilmente uno degli sport più antichi al mondo, con le prime tracce che risalgono addirittura alla città neolitica di Catal Huyuk, Turchia.

La storia del gioco delle bocce

In Europa il gioco delle bocce arriva grazie all’influenza greco-romana, già nel 460 a.C. Ippocrate le esaltava ritenendolo un gioco salutare, per poi fare il definitivo salto di qualità una volta che le legioni hanno portato il gioco in ogni provincia dell’Impero. In Gallia e Britannia il gioco ebbe un grande successo e nei secoli a seguire avrà un enorme sviluppo. Durante il Medioevo nobili come plebei si appassionano al gioco, tanto che a Southampton nel 1299 nacque il promo club boccistico: l’Old Bowling Green. Come spesso è accaduto nella storia però, il gioco sfuggì di mano ai partecipanti: liti risse e scommesse illegali preoccuparono le autorità, che iniziarono a contrastare il gioco che: “Storna il popolo da esercizi più convenienti alla difesa del reame” frase di Carlo IV il Bello (1319).

In Italia a Bologna nel 1753 uscì il volumetto “Il Gioco delle bocchie” di Raffaele Bisteghi, che ufficializzò le regole di questo gioco, che aveva diverse varianti per Paese in questa fase.
A Torino nel maggio 1873 sorse la prima società legata a questo gioco: la Cricca Bocciofila, primo passo per avere un’organizzazione nazionale. Nel 1897 poi un gruppo di società bocciofile (sempre piemontesi) si riunì a Rivoli fondando un organismo di coordinamento, l’1 maggio 1989 a Torino durante l’Esposizione Internazionale venne fondata l’Unione Bocciofila Piemontese, fondamentalmente la prima federazione da cui partì il gioco moderno conosciuto oggi.

Nel 1919 prende forma invece l’UBI, Unione Bocciofila Italiana, la cui sede era ovviamente a Torino. Il 1924 è una data significativa: le bocce approdano alle Olimpiadi dove si fece un torneo tra le squadre italiane, francesi e monegasche. Grazie a questo nel 1926 il CONI riconobbe le bocce come disciplina sportiva, anche se solo tre anni dopo furono trasferite all’Opera Nazionale Dopolavoro, in quanto ritenute attività puramente ricreativa. Nonostante questo però le bocce si sparsero sul territorio nazionale acquisendo una organizzazione capillare e periferica. Ulteriore salto di qualità arriva sempre nel ’29 con la nascita della boccia sintetica.

Ulteriori passaggi furono fatti nel corso del secolo, nel 1991 le bocce italiane cambiarono statuto e logo, che diventa una boccia azzurra in movimento con ricciolo tricolore, si chiamarono FIB, Federazione Italiana Bocce, presidenza a Romolo Rizzoli e partecipazione ufficiosa ai Giochi del Mediterraneo, cui dal 2007 parteciperanno ufficialmente. Due furono gli step che fecero fare il salto di qualità alle bocce: il primo la posa della prima pietra del Centro Tecnico Federale di Roma, il secondo il riconoscimento del Governo quale federazione dalle finalità assistenziali, ciò portò numerosi benefici economici alle società.

Nel 2009 Rizzoli viene eletto per la quinta volta, l’Italia organizzò il primo Campionato del mondo femminile unitario a Bevagna (Perugia) e partecipando con tutte le specialità ai Giochi del Mediterraneo di Pescara oltre che ai World Games di Taiwan.
Il nostro Paese è considerato la culla di questo sport, motivo per cui ne siamo specialisti, nel 2016 gli azzurri si sono guadagnati 295 medaglie d’oro sui campi dei World Games, Giochi del Mediterraneo e campionati europei e mondiali, traguardo raggiunto da nessun’altra federazione fino ad ora.

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