Fatto spesso e volentieri per svagarsi nei pub, soprattutto inglesi, il gioco delle freccette ha, negli ultimi anni, fatto passi in avanti per portare il proprio status a quello di vero e proprio sport. Diffusosi a livello internazionale dopo le due Guerre Mondiali, è stato fatto poi diventare uno show televisivo dalla Darts Corporation (Federazione professionistica di freccette) e Barry Hearn.
Le origini vere e proprie del gioco delle freccette non sono chiare ma avvolte nelle nebbie della storia: la parola Dart e Darting, (termini inglesi per le freccette) appaiono già nel 1314 all’interno dell’Oxford English Dictionary, ma non con il significato odierno. Un’altra apparizione delle freccette è documentata ai tempi di Enrico VIII: Anna Bolena gli regalò una serie di Darts con ornamenti finissimi, usate per cacciare. La vera origine di questo gioco giunge probabilmente dai cacciatori delle pianure del Nord dell’Inghilterra: in inverno non potendo cacciare prese piede il passatempo di lanciare delle frecce, appositamente accorciate per poter essere lanciate con le mani, contro le sezioni di alberi tagliate.
Il gioco sopravvisse e mutò all’interno dell’Impero Inglese durante i secoli, la sua diffusione divenne molto popolare in particolare all’interno dei pub e nelle forze armate, che esportarono il gioco in Europa durante la Prima Guerra Mondiale, e negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’anno decisivo per la storia delle freccette è però il 1908. L’Inghilterra vietava il gioco d’azzardo nei pub, ed il proprietario di uno di questi a Leeds era stato denunciato per aver organizzato una partita di questo “Darts“. Il proprietario del locale, tale Foot Anakin per difendersi portò in aulta un bersaglio “Yorkshire Dart Board” (senza tripli e senza anello esterno del bull). Il suo obiettivo chiaramente era quello di dimostrare al giudice come non fosse un gioco d’azzardo ma di abilità, cosa che gli riuscì colpendo per due volte il 20 con tutte e tre le freccette. Quel giorno fu una sentenza storica per le freccette, diventate gioco d’abilità.
La Prima Guerra Mondiale fece si che la popolarità del giocò esplodesse durante gli anni ’30 del Novecento, per poi essere relegato nuovamente a passatempo da pub fino agli anni ’70, quando subentrò nell’organizzazione la BDO (British Darts Organisation). Si fecero in quegli anni incontri tra le federazioni nazionali per riunirsi sotto un’unica associazione che raccolse inizialmente 14 membri, ad oggi 74 Italia compresa.
Con la popolarità, alcune regole del gioco cambiarono: prime fra tutti le abitudini dei professionisti durante le partite: bere e fumare non fu più permesso dalla BDO ai propri giocatori durante le partite per soddisfare le etichette televisive.
Nel 2005 le freccette vengono riconosciute come sport a tutti gli effetti, ma nonostante questo non sono ancora mai state aggiunte alle discipline olimpiche, nonostante le diverse nuove aggiunte: skateboarding, arrampicata sportiva, softball, bowling tra le candidate. A quanto dice Patrick Chaplin, soprannominato “Dr. Darts” per ora vi è stata semplicemente la mancanza di tempo e volontà di intesa. Se un giorno questo sport dovesse approdare alle Olimpiadi farebbe felici molti, ma in caso contrario non sarebbe una tragedia per nessuno.
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