Gli amanti del ciclismo, ma soprattutto dell’adrenalina, ameranno il downhill, particolare disciplina considerata in pratica un po’ come la Formula Uno delle mountain bike. Qualità imprescindibili per poter praticarlo sono: sangue freddo, concentrazione, senso dell’equilibro ed una buona, quando non ottima, capacità di leggere e interpretare il tracciato davanti ai propri occhi.
Innanzitutto il termine downhill è nato grazie all’unione tra due altre parole: down “basso” e hill “collina“. Il significato è abbastanza evidente ed esemplifica ciò che si fa nel praticare questo sport: si tratta infatti di lanciarsi a tutta velocità giù per il versante di una collina o montagna nel minore tempo possibile. Per ogni gara è prevista la stesura di un vero e proprio tracciato delimitato da entrambi i lati grazie ad una fettuccia, un cancelletto che rappresenta la partenza iniziale ed una linea di arrivo. In queste gare il percorso è generalmente caratterizzato da un gran numero di curve e salti, ma nei casi in cui si sviluppi in un bosco non mancano certo numerosi altri ostacoli naturali che richiedono grande attenzione, un esempio possono essere radici che fuoriescono dalla terra, rocce, sassi o ghiaia.
Il downhill nasce, manco a dirlo, in America durante la seconda metà degli anni 70. Come tutti gli sport di questo tipo la sua nascita avviene in maniera molto spontanea: i pionieri di questo sport infatti erano soliti lanciarsi in discesa dai pendii montuosi in sella alle loro bici cruiser modificate, da loro chiamate “klunkers“. La prima gara ufficiale di downhill si è svolta nel 1976 a Fairfax, California, da quel momento in avanti le gare di questo tipo hanno iniziato a diffondersi prima nel Paese a stelle e strisce, poi successivamente anche nel resto del mondo.
Il primo campionato mondiale si è svolto 15 anni dopo la prima gara, nel 1990 l’UCI (Cycling Mountain Bike World Championship) organizzò infatti la prima competizione mondiale a Durango, in Colorado. Il primo campionato europeo invece si svolse solo un anno dopo, tra l’altro proprio in Italia al Ciocco in provincia di Lucca.
Con lo sviluppo di questo sport è stato dunque necessario distinguere tra mountain bike normali e mountain bike da downhill, questo grazie a nuove innovazioni come la forcella a doppia piastra e schemi di sospensione più evoluti.
Chiaramente per prima cosa ci vuole una mountain bike le cui caratteristiche si sposino bene con il downhill, prima caratteristica deve essere un’escursione molto elevata (in genere 200 millimetri la ruota anteriore e 220 millimetri quella posteriore), il telaio è realizzato di solito o in carbonio o in alluminio, il peso di questo tipo di biciclette può variare dai 14 ai 23 Kg, ed infatti sono generalmente ben più pesanti rispetto alle altre mountain bike usate per altre discipline. Indispensabile per fare in sicurezza questo sport, l’utilizzo di protezioni come guanti, paragomiti, parastinchi e casco. Per quanto riguarda gli indumenti è consigliabile usare quelli specifici di questo sport in modo che non impediscano in alcun modo i movimenti del guidatore: solitamente sotto le protezioni vengono indossati dei pantaloni leggeri e non aderenti, lunghi possibilmente fino alle caviglie, ed una maglietta tecnica larga a maniche lunghe, mentre per quanto riguarda le scarpe è consigliabile indossare quelle specifiche per pedali Flat.
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