La storia dello zoobombing

Tra le tante nuove pratiche sportive nate negli ultimi anni, quella dello zoobombing è certamente una tra le più particolari. Questa stranezza sportiva ha iniziato a prendere piede nel 2002 in una città degli Stati Uniti e si sta pian piano espandendo non solo come pratica sportiva, ma anche come semplice modo sano per divertirsi e tornare in qualche modo bambini.

La storia dello zoobombing

Questa forma di attività ciclistica nasce a Portland, nello Stato dell’Oregon negli Stati Uniti. L’attività consiste nel guidare delle bicilette generalmente per bambini, giù da ripide discese asfaltate nelle West Hills della città (famose collinette).

Per fare queste strampalate gare, i partecipanti trasportano le proprie bicilette grazie alla metropolitana fino alla stazione di Washington Park, da quel punto si prende un ascensore che porta in superfice, dopodiché si può scendere a rotta di collo giù per le colline delle vicinanze, questa sorta di gare chiaramente vengono ripetute anche più volte, ma sempre durante la notte lontani da occhi indiscreti.

A rendere questa pratica cosi interessante e particolare, innanzitutto l’utilizzo di biciclette decisamente insolite: in genere si usano bici per bambini, le cosiddette minibike, ma spesso i partecipanti si presentano con biciclette alte, con swing bike o chopper ecc.

Chi pratica lo zoobombing, e perché?

Le persone che praticano questa particolare attività sportiva legata indirettamente al ciclismo, vengono chiamati zoobombers. Essi sono composti da una fascia demografica abbastanza ampia, e come c’era da aspettarselo vi è una spiccata maggioranza di giovani adulti. A rendere questa sorta di gare particolarmente divertenti, è anche la finalità di questi eventi spensierati: divertirsi. Arrivare primi ad una gara porta sempre una certa soddisfazione questo è chiaro, ma non c’è nulla di male a scendere per ultimi dalla collina poiché ciò che viene maggiormente incoraggiato in queste gare è la sicurezza ed il divertimento di tutti, non l’andare particolarmente veloci. La filosofia dei partecipanti consiste in questa breve frase “Fai il pieno, fai il vuoto e non lasciare tracce“. Modo di dire che ricorda di lasciare sempre pulite le aree in cui si svolgono queste attività. Lo zoobombing tenta infatti di essere una forza positiva all’interno delle comunità nelle quali si è sviluppato, fornire un ambiente sicuro per potersi divertire sostenendo l’utilizzo della bicicletta come metodo di trasporto alternativo e non inquinante.

Spesso e volentieri a rendere ancora più divertenti e surreali queste gare ci pensano i ciclisti stessi, presentandosi in costume o decorando le loro biciclette.

Anche se la maggior parte dei partecipanti si presenta con le proprie biciclette, solitamente si tiene una pila zoobomb nei pressi del punto di partenza: è di fatto una torre di minibike legate ad una rastrelliera, sono biciclette di riserva usate principalmente dagli aspiranti zoobombers che ancora non hanno un mezzo adatto. Il fenomeno ha preso una dimensione di un’importanza tale che nel 2009, durante l’inaugurazione della nuova pila ha partecipato anche il sindaco della città. Nonostante l’iniziale scetticismo delle autorità, in pochi anni questa pratica ha dimostrato di poter essere un divertente passatempo per giovani e più maturi, anche per le famiglie.

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