La storia del cliff diving: regole e rischi dello sport estremo

Lo sport estremo da fare al mare: ecco il cliff diving

Il cliff diving è una pratica sportiva che sempre più sta spopolando tra i giovani di tutto il mondo. L’idea del tuffarsi dagli scogli sarà certamente vecchia come l’umanità stessa, ma qui non si parla di semplici tuffi, né tanto meno di semplici scogli.

Questo è uno degli sport estremi più suggestivi e pericolosi al mondo, con i praticanti che devono lanciarsi verso l’acqua da altezze vertiginose, compiendo acrobazie che lasciano senza fiato gli spettatori, il tutto nelle splendide cornici delle scogliere e spiagge più belle del mondo.

La Red Bull Cliff Diving World Series

Ad impegnarsi nella promozione di questo sport, come per molti altri sport estremi, il marchio Red Bull, che ha organizzato negli anni diverse competizioni, la più importante è la Red Bull Cliff Diving World Series, competizione internazionale di tuffi nata nel 2009, dal 2014 in questa gara possono partecipare anche le donne. L’anno scorso una delle tappe è stata Polignano a Mare, a rappresentare l’Italia nella competizione è stato Alessandro De Rose.

Quella di Red Bull è il più importante evento annuale nell’ambiente del cliff diving, come d’abitudine per Red Bull i progetti sono strettamente legati alla sponsorizzazione della bibita, ma anche a quella degli atleti e dello sport, in questo caso estremo, praticato.

Le regole del cliff diving

Ogni tuffo del cliff diving ha un grado diverso di difficoltà, come in qualunque altra gara di tuffi. Questo grado di difficoltà è misurato da un coefficiente variabile stabilito dall’Hight Diving Alliance, che tiene conto del numero di salti mortali e avvitamenti del tuffo. L’altezza da cui si tuffano gli atleti è 27 metri (21 per le donne), questo fa si che essi entrino in acqua ad una velocità superiore ai cento chilometri orari.

Prima di iniziare a tuffarsi dalle scogliere, gli atleti devono consegnare alla giuria i tre tipi di tuffi che essi intendono eseguire, di cui due sono a completa scelta del concorrente, ed uno è invece obbligatorio imposto dalla competizione. In base al coefficiente di difficoltà e dell’esecuzione più o meno corretta, i giudici assegnano all’atleta un voto da uno a dieci, chi totalizza sui tre tuffi più punti, vince. Chiaramente più le acrobazie proposte sono difficili, più alto è il punteggio dato dai giudici.

Le categorie di tuffi

Avanti: l’atleta si tuffa in avanti e ruota il suo corpo nella stessa direzione del tuffo.

Indietro: l’atleta si tuffa all’indietro, con le spalle all’acqua e ruota il corpo verso l’interno.

Ritornato: l’atleta si tuffa in avanti, ma ruota il corpo all’interno

Rovesciato: l’atleta si tuffa con le spalle verso l’acqua, ma poi ruota il corpo in avanti.

Avvitamento: quando l’atleta durante lo svolgimento del tuffo, compie un movimento di rotazione rispetto al suo immaginario asse verticale.

Ogni tuffo ha diverse posizioni possibili:

Tesi: quando il corpo dell’atleta non è flesso
Raggruppati: l’atleta tiene il corpo raccolto, con le ginocchia ed i piedi uniti, le ,mani tenute lungo le gambe.
Carpiati: quando il corpo dell’atleta è flesso ai fianchi, tenendo però le ginocchia tese.
Liberi: quando durante l’esecuzione del tuffo si combinano varie posizioni.

Scritto da Gabriele Vecchia

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