Nella storia delle arti marziali, la nascita e la crescita esponenziale del taekwondo come sport da combattimento trova difficilmente dei paragoni. Dalla sua nascita negli anni ’40, nel 2009 lo sport nazionale della Sud Corea diventa l’arte marziale più popolare al mondo in termine di praticanti.
Come molti altri sport nascenti tra anni ’80 e 2000, il takwendo usò come trampolino di lancio per la sua diffusione mondiale le Olimpiadi, cui venne incluso ufficialmente dal 2000 ma partecipò come sport dimostrativo dall’88.
- LEGGI ANCHE: Lotta con i cuscini: storia dello sport e regole
La storia del takwendo
Si pensa che le origini del takwendo possano risalire addirittura a 2000 anni fa, epoca in cui la Corea era divisa in tre regni separati. In questo periodo storico era molto praticato il Taekkyon, arte marziale che sta a radice del takwendo, praticata per autodifesa e tenersi in allenamento. Quest’antica arte marziale era caratterizzata dall’uso di calci, diffusa sia tra la popolazione ed i guerrieri, in special modo la casta degli Hwarang. Grazie ai reperti pittorici ritrovati, possiamo osservare le tecniche di calcio usate allora, molto simili a quelle impiegate dal taekwondo.
Nel 1910 il Giappone occupa la Corea bandendo tutte le arti marziali native, aspetto di identità culturale ed introducendo le proprie. Il taekkyeon veniva praticato clandestinamente, spesso sotto forma di danza anche se fu inevitabile l’imposizione massiccia delle discipline giapponesi. Una volta liberato il Paese alla fine dell seconda guerra mondiale le arti marziali tornarono a poter essere praticate liberamente. Nacquero nel giro di poco tempo diverse scuole di arti marziali chiamate kwan. Varie sono le discussioni sulle influenze percepite dalle scuole, per alcuni un misto tra taekkyeon e subak, per altri studiosi invece vi si potrebbe definire un karate coreano.
Nel 1952 ci i kwan fecero una grande esibizione dimostrando la loro abilità a tal punto (Nam Tae Hi ruppe tredici mattonelle con un pugno) che il presidente Syngman Rhee ordinò che la pratica delle arti marziali venisse compresa nell’addestramento dell’esercito. I cinque kwan più prestigiosi del paese dovettero così unificarsi, come nome venne scelto “taekwondo“, e venne accettato nel 1955 coem nome dell’arte marziale coreana.
- LEGGI ANCHE: Quanto guadagna Patrick Mahomes? Lo stipendio
Le regole del takwendo
La durata del combattimento è di 3 round di 2 minuti, con 1 minuto di intervallo per le classi senior e junior, mentre per le classi inferiori è di 3 round di 1 minuto e 30 secondi. Nel caso di parità di punteggio si disputa un quarto round usando poi il criterio golden point (chi fa punto vince)
- Un (1) punto per attacchi validi sul tronco.
- Tre (3) punti per calcio con rotazione valido sul tronco.
- Tre (3) punti per calcio valido alla testa.
- Quattro (4) punti per calcio con rotazione valido alla testa.
Le azioni proibite, che portano l’atleta all’ammonizione sono 11
- Uscire dalla Linea di Confine.
- Cadere a terra.
- Evitare o ritardare il combattimento.
- Afferrare, trattenere o spingere l’avversario.
- Alzare il ginocchio per evitare un attacco e/o impedire l’esecuzione di un attacco, tenere una gamba alzata (per più di tre secondi) per impedire all’avversario di attaccare senza eseguire alcun tipo di calcio.
- Calciare sotto la cintura.
- Attaccare l’avversario dopo il Kalyeo.
- Colpire il viso dell’avversario con la mano.
- Colpire con la testa o con il ginocchio.
- Attaccare l’avversario caduto.
- Comportamento antisportivo dell’Atleta o del suo Coach.