In Italia sono nati molti sport che poi sono rimasti per molti secoli parte della nostra tradizione, uno di questi era il pallone col bracciale. In questo articolo si ripercorre la sua storia, alla scoperta delle regole e di come questo sia rimasto attivo ancora oggi in alcune città della nostra penisola.
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Pallone col bracciale: la storia
In Italia questo gioco derivato dalla pallacorda si iniziò a praticare nel XVI secolo intorno al 1555. Questo sport è rimasto uno dei protagonisti dei giochi sferici in Italia per 4 secoli nell’Italia del nord ed anche nel XIX secolo arrivò in meridione divenendo quindi uno sport nazionale.
Grande impulso a questa disciplina lo diede la regione Toscana che nell’ ‘800 contava ben 17 pallonisti di professione, territorio che cambiò le regole portando quello che inizialmente era un gioco a diventare un vero e proprio spettacolo pubblico.
Sono stati costruiti appositi impianti di gioco chiamati Sferisteri che erano in grado di ospitare migliaia di persone. Sul finire dell’ ‘800 grazie all’avvento della gomma ed al suo processo di vulcanizzazione è stato possibile utilizzare solamente bracciali di stoffa e cuoio più leggeri rispetto ai precedenti.
Ci fu quindi la divisione tra la nuova specialità quella del Pallone piccolo o piemontese e la classica del pallone grande o toscano che fu per tre secoli il gioco più praticato a livello nazionale.
Il declino arrivò nel XX secolo grazie all’avvento anche nella penisola italiana degli sport britannici importati dai marinai che soppiantarono gli sport sferistici di origini latina. L’unificazione dei regolamenti ad inizio dell’attuale secolo ha fatto sì che attualmente le persone sia tornate a frequentare gli sferisteri.
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Pallone col bracciale: le regole
Il bracciale è un manicotto, solitamente di noce ricavato da un unico pezzo di legno scavato così da adattarsi alla mano ed al polso del giocatore munito di 7 cerchi contornati di denti o punte di sorbo o corniciolo a piramide smussata per un totale di 105 punte.
Il peso della palla è di 1kg per quella piemontese o di 2kg per quella toscana ma si usa anche una palla senza punte per la Pillotta. La palla è formata da 8 spicchi di pelle di manzo opportunamente lavorata ha una circonferenza di 39 cm e un peso di 3 etti, in quella toscana il pallone ha un diametro di 31 cm ed un peso di 750 grammi.
Il campo misura 80 metri in lunghezza e 16 in larghezza e si può affiancare ad un muro di ribattuta alto 16-18 metri.
L’incontro si svolge battendo la palla e una volta commesso il primo errore si assegna il primo scambio dal valore di 15 punti, in caso di vittoria se ne aggiungono altri 15, poi 10 ed altri 10. Il punteggio viene quindi conteggiato in 15-30-40-50 ma in origine era 15-30-45-60. Chi si aggiudica il 50esimo punto vince il gioco.
I punti si fanno se:
1) Se il pallone oltrepassa di volo il limite del campo avversario ma oltre certi limiti assegnati da paletti, in quel caso si realizza la volata.
2) Se il pallone oltrepassa la metà del campo e non viene raccolto dall’avversario.
3) Se l’avversario manda il pallone fuori dai lati maggiori.
4) Se l’avversario non manda il pallone oltre la propria metà campo.
Per due giochi consecutivi la battuta spetta alla stessa squadra, questa forma un trampolino, l’intero incontro attualmente è costituito da 3 trampolini (12 giochi) chi vince più giochi vince la partita.