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Con le sue diverse varianti, si tratta forse dei uno dei giochi più antichi praticati in America. L’ulama è uno sport derivato dal tlachtli, anche chiamata il gioco della palla centroamericano. In pratica questo sport unisce alcuni concetti presenti nella pallacanestro, pallavolo e calcio, il tutto spostato indietro di 3000 anni e praticato dagli abitanti del Centro e Sud America.
A ricordare nuovamente questo sport così antico al grande pubblico, il film girato nel 2000 la Starda per El Dorado girato da Bibo Bergeron, Jeffrey Katzenberg e Don Paul, presente al momento su Netflix.
Trattandosi di un gioco inventato dalle civiltà centro americane, Maya ed Aztechi soprattutto, non vi sono tracce scritte delle regole ufficiali dell’ulama. Molto probabilmente il gioco aveva delle piccole varianti a seconda della zona nella quale veniva praticata.
Questo gioco era usato sia come rituale religioso che come metodo alternativo alla guerra. Nel caso in cui due fazioni opposte stessero per mettere mano alle armi, a volte la controversia venne risolta con una partita ad ulama. La fazione perdente avrebbe poi dovuto decapitare il proprio capitano. Nel caso in cui la partita venisse giocata per motivi religiosi, la decapitazione non era un segno di sconfitta, ma comunque un onore in quanto sacrificio per gli dei.
I capisaldi del gioco dell’ulama sono comunque giunti ai giorni nostri, queste sono le regole generali utilizzate in Messico negli stati di Nayarit e Sinaloa durante le feste religiose:
Come già detto l’ulama non è uno sport con un regolamento fisso né scritto. Se ad oggi è praticato solo in particolari zone del Messico, migliaia di anni fa era praticato in gran parte del Centro America con relative varianti.
Una delle differenze principali tra l’ulama e il tlachtli è la presenza o meno della meta: l’ulama è più simile alla pallavolo, lo scopo delle squadre è tenere la palla in gioco. Nella versione più “moderna” del gioco invece vennero aggiunti dei cerchi di pietra dove far passare la palla facendo una sorta di canestro. Anche dimensione e peso della palla da gioco cambiavano a seconda delle esigenze e della tradizione del villaggio (da 3 a 5 kg), così come i modi in cui essa poteva essere colpita, in alcuni casi anche con gli avambracci. Normalmente questo sport veniva praticato per divertimento anche dai bambini, ma in particolari periodi dell’anno poteva essere usato come rituale religioso, o addirittura usato per dirimere le controversie tra tribù al posto di una vera e propria guerra. I perdenti in questi casi avrebbero dovuto sacrificare il loro capitano.
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