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Il volley femminile italiano ha raggiunto vette straordinarie, culminando con la vittoria dell’oro olimpico ai Giochi di Parigi e il trionfo nella Nations League. Tuttavia, come sottolinea il coach Julio Velasco, il segreto per continuare a vincere risiede nella capacità di dimenticare i successi passati.
“Per vincere ancora si deve dimenticare di aver vinto” è il mantra che guida la sua filosofia. Questo approccio non è solo una strategia mentale, ma un vero e proprio stile di vita per le atlete, che devono affrontare la pressione di dover ripetere le vittorie.
Julio Velasco, con i suoi 72 anni, è un’icona nel mondo dello sport. La sua esperienza e il suo carisma lo hanno reso un punto di riferimento per le giocatrici della Nazionale. Velasco non si limita a impartire ordini; il suo metodo si basa su un dialogo aperto e su domande che stimolano il pensiero critico delle atlete. “Noi allenatori non facciamo NIENTE, al limite facciamo fare ai giocatori”, afferma, sottolineando l’importanza di formare atlete capaci di prendere decisioni autonome durante le partite.
Negli ultimi anni, il volley femminile ha vissuto un cambiamento culturale significativo. Le giovani atlete non solo competono ad alti livelli, ma attirano anche un pubblico sempre più vasto. Velasco osserva che le ragazze di oggi preferiscono seguire le partite femminili, un segno di un’evoluzione che ha reso il volley femminile una disciplina attraente e competitiva. Questo cambiamento è accompagnato da un miglioramento delle prestazioni atletiche, che ha portato il volley femminile a un livello di eccellenza paragonabile a quello maschile.
Guardando al futuro, Velasco è consapevole delle sfide che attendono la sua squadra. “Continuare a vincere è molto difficile”, afferma, evidenziando la pressione che le atlete devono affrontare. La chiave per superare queste difficoltà è l’apprendimento continuo, non solo dai successi, ma anche dalle sconfitte. Velasco incoraggia le sue giocatrici a guardare oltre i risultati immediati e a considerare ogni partita come un’opportunità di crescita. “Sarebbe un errore imperdonabile avere la presunzione di non imparare dagli avversari”, conclude, sottolineando l’importanza di rimanere umili e aperti al cambiamento.
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