Tony Parker: The Final Shot: il film Netflix sul playmaker francese

Dopo il successo di The Last Dance, Netflix ha deciso di continuare a puntare sul basket anche nel 2021 aggiungendo al proprio catalogo il film “Tony Parker: The Final Shot”. Il documentario ripercorre, sotto la regia di Florent Bodin, i momenti più importanti della vita del playmaker francese.

“Tony Parker: The Final Shot” su Netflix: la storia di un vincente

Classe 1982, Parker è sposato dal 2014 ed è padre di due figli. Il film si concentra principalmente sulla carriera da giocatore di Tony Parker, andando però a svelare aspetti umani che spesso rimangono nascosti agli occhi delle telecamere. All’interno sono presenti molti dei suoi amici, anche personaggi illustri come Kobe Bryant, Gregg Popovich, Thierry Henry e Tim Duncan.

La carriera: gli Spurs e i 4 titoli NBA

Partito dal Paris Basket Racing, Tony si dimostrò subito un talento sopra la media nonostante l’esile fisico. Nel 2001 venne selezionato come 28esima scelta al primo giro del Draft NBA dai San Antonio Spurs. Come raccontato dall’ex compagno di squadra Duncan, erano tante le perplessità su di lui vista la giovane età e la provenienza da un campionato di livello inferiore.

Parker però ebbe il merito di mantenere la faccia tosta che aveva dimostrato negli anni giovanili. Grazie a delle ottime prestazioni riuscì a entrare in quintetto dopo appena cinque giornate, nonostante il difficile rapporto con l’allenatore che mise a dura prova la sua tenuta mentale. Quello fu l’inizio di una grande carriera e di una storia d’amore con la canotta degli Spurs.

Nel 2003 e nel 2005 arrivarono i primi titoli NBA. Tony però, come raccontato nel film, non è uno che si accontenta e cerca sempre di migliorarsi, in tutto quello che fa. Decise allora di cambiare la sua meccanica di tiro: lavorando duramente riuscì ad aumentare le sue percentuali al tiro. Questo miglioramento gli permise di essere convocato all’All Star Game del 2006.

Parker era ormai una stella a tutti gli effetti. Mancava solo un tassello: diventare MVP. Ci riuscì nel 2007, durante le Finals NBA contro i Cleveland Cavaliers di Lebron James. All’interno della serie fu il miglior giocatore per San Antonio e un vero enigma per la squadra avversaria. Venne così premiato come MVP delle Finals: fu il primo europeo di sempre ad aggiudicarsi questo riconoscimento.

Nonostante le grandi prestazioni personali, ci vollero sei anni prima di rivedere Parker lottare nuovamente per il titolo NBA. Nel 2013 uscì sconfitto nella serie contro Miami Heat. Come raccontato nel film, per gli Spurs fu mentalmente fatale il canestro di Ray Allen sul finire di gara-6. Quella tragedia sportiva però servì da carica agonistica per la stagione successiva. Secondo Tony la versione 2014 di San Antonio fu la migliore di sempre. Giunti nuovamente all’atto conclusivo contro gli Heat di James, la squadra vinse nettamente il confronto. Per Parker fu il quarto anello in carriera.

Dopo quel titolo iniziò la parabola discendente del francese. Il momento più brutto fu nel maggio del 2017: nel corso di una gara di playoff contro gli Houston Rockets, Parker si procurò un infortunio che lo tenne lontano dal campo per 8 mesi. Una volta rientrato la squadra non era più una contender, complici i ritiri di Duncan e Ginobili. Dopo 17 anni decise quindi di lasciare San Antonio, per firmare un biennale con con gli Charlotte Hornets del suo mito Michael Jordan. Pur disputando una stagione con cifre migliori rispetto a quella precedente, nell’estate 2018 decise di ritirarsi dal basket giocato. Nel 2019 gli Spurs decisero di ritirare il suo numero 9.

Il legame con la Francia: dalla nazionale all’ASVEL

Parker all’interno del film “The Final Shot” ripete più volte come la città di San Antonio sia per lui la sua casa. Ribadisce però anche l’importanza delle origini francesi, dove oggi ha casa a Lione. Nonostante la nazionalità francese, va ricordato come lui sia nato in Belgio da madre olandese.

Durante la sua carriera, nonostante i molteplici impegni in NBA, non ha mai rinunciato a rappresentare la sua nazionale durante Europei e Olimpiadi. Nel 2000 vinse con la Francia gli europei U20, dando il via a una generazione di talenti insieme a Boris Diaw (con cui avrebbe vinto il titolo nel 2014) e Ronny Turiaf. Entrambi i giocatori sono presenti all’interno del film, raccontando le avventure in nazionale e ai tempi delle giovanili al Paris Basket Racing.

Pur disponendo di una grande squadra, la Francia ha vinto molto di meno di quanto avrebbe potuto a causa della stellare selezione spagnola. Fra le due nazioni ci fu una importante rivalità, spesso però sfociata in vittorie della Roja. Uno dei momenti più belli del film è proprio la sfida tra queste due squadre agli Europei del 2013. Dopo aver perso la finale dell’edizione precedente proprio contro la Spagna, Parker in semifinale era alla ricerca della rivincita. Tuttavia la sfida fu dominata dagli spagnoli che chiusero nettamente avanti all’intervallo. Come raccontato dai protagonisti fu proprio un discorso di Tony a dare la sveglia alla squadra. Nel secondo tempo la Francia giocò una delle sue migliori gare di sempre, riuscendo nell’impresa. Superata la Lituania in finale, per i galletti fu oro europeo. Tony Parker venne eletto nel migliore quintetto e migliore giocatore della manifestazione.

Il legame con la Francia cestistica non si conclude qui. Dopo aver giocato nel 2011, durante il lockout NBA, per l’ASVEL Lyon-Villeurbanne, decise nel 2014 di diventare presidente della squadra maschile. Nel 2017 ha poi acquistato anche la squadra femminile. Come trattato all’interno di “The Final Shot”, questo investimento è un’altra grande scelta della carriera di Parker. Con lui l’ASVEL è diventata la squadra più importante di Francia, con titoli nazionali e la partecipazione all’Eurolega.

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