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Un amore che va oltre il basket
Gianluca Ragionieri, ex playmaker toscano, è un esempio di come lo sport possa creare legami profondi e duraturi. Arrivato a Rieti nel 1999 per giocare a basket, non avrebbe mai immaginato che quella città sarebbe diventata la sua casa.
Dopo un solo campionato, Ragionieri ha conosciuto Raffaella, una donna che ha cambiato la sua vita. Oggi, dopo quasi vent’anni, è tornato a Rieti, non solo per il suo amore per la città, ma anche per il forte legame affettivo che ha costruito con essa.
Il ritorno a Rieti e la nuova vita
Ritiratosi dal basket, Ragionieri ha affrontato una nuova fase della sua vita. Dopo un breve periodo di lavoro a Castelfiorentino, ha deciso di stabilirsi a Rieti con Raffaella e i loro due gemelli, Matteo e Giulia. La scelta di tornare a Rieti è stata influenzata da vari fattori, tra cui la recente scomparsa del suocero e il desiderio di Raffaella di tornare nella sua città natale. Ragionieri descrive Rieti come un luogo tranquillo e a misura d’uomo, dove la vita familiare può prosperare.
Il ricordo di una partita indimenticabile
Nonostante il suo legame con Rieti, Ragionieri non può fare a meno di ricordare la famigerata gara 3 dei playoff del 2000, una partita che ha segnato la sua carriera. Con 5.300 tifosi sugli spalti, la squadra di Ragionieri ha subito una sconfitta che ancora oggi lo fa soffrire. Diverse dinamiche, tra cui il dualismo tra i compagni di squadra e la pressione del pubblico, hanno contribuito a quella sconfitta. Ragionieri riflette su come il basket, pur essendo un gioco di squadra, possa essere influenzato da fattori esterni e interni che ne determinano l’esito.
Un nuovo inizio con il Baskin
Ritornato a Rieti, Ragionieri ha riscoperto la sua passione per il basket attraverso il “Baskin”, uno sport inclusivo che permette a ragazzi con disabilità di giocare insieme a normodotati. Grazie all’incontro con Roberto Peron, ha trovato un nuovo scopo nel suo amore per il basket. Ora, come giocatore della Asd Fortitudo Baskin Rieti, Ragionieri si dedica a supportare i giovani atleti, contribuendo a creare un ambiente di gioco positivo e inclusivo. La sua esperienza nel Baskin non solo arricchisce la vita dei ragazzi, ma offre anche a lui una nuova prospettiva sul significato dello sport.