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La Scarpa d’Oro è un trofeo nato nel 1967 da un’iniziativa di alcuni giornalisti internazionali specializzati desiderosi di creare un riconoscimento che andasse al miglior marcatore assoluto. Insieme al Pallone d’Oro, creato dalla rivista francese France Football e più recentemente riconosciuto anche dalla FIFA, destinato al miglior giocatore assoluto nel corso della stagione, la Scarpa d’Oro è uno dei riconoscimenti più ambiti e prestigiosi nella storia del calcio internazionale.
Il trofeo nelle sue 56 edizioni che si sono tenute dal 1967 a oggi, ha sempre tenuto conto delle marcature segnate ufficialmente nel proprio campionato nazionale nell’arco della stagione, e non dell’anno solare. Il conto, inizialmente, in modo molto semplice e aritmetico, contava semplicemente le marcature segnate senza alcuna valutazione di merito. La storia della Scarpa d’Oro è contrassegnata da nomi straordinari, anche prima del cambiamento delle regole che inizialmente rendevano indifferente il peso di un gol nel campionato italiano, spagnolo, o tedesco piuttosto che a Cipro.
É per questo che nel corso delle prime edizioni abbiamo nomi di peso e di talento straordinario: come il grandissimo Eusebio, stella del Benfica, il primo vincitore in assoluto del trofeo. Piuttosto che Gerd Muller, leggendario bomber tedesco del Bayern Monaco. Ma anche Petar Zekov, attaccante bulgaro della CSKA Sofia magari sconosciuto ai più. O l’ancor meno noto Sotiris Kaiafas, attaccante dell’Omonia Nicosia, 39 gol nel campionato nazionale cipriota nella stagione 1975-76.
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Dal 1967 al 1991 la Scarpa d’Oro premia sempre il migliore attaccante assoluto d’Europa. Poi le cose cambiano: dopo la vittoria del Cobra Darko Pancev, per i suoi 34 gol nella Stella Rossa di Belgrado, per cinque anni il trofeo scompare. Nel 1997 il comitato organizzatore della Scarpa d’Oro si riorganizza con nuove regole. La prima è l’introduzione del coefficiente UEFA che attribuisce un criterio di merito sulla base della difficoltà dei vari campionati.
Ogni gol marcato nei primi cinque campionati UEFA valgono due punti, un punto e mezzo per ogni gol per i campionati tra la sesta e la ventiduesima posizione, un punto per tutti gli altri. Dalla Scarpa d’Oro scompaiono gli attaccanti sconosciuti e iniziano a pesare le reti davvero significative marcate in Serie A, Premier League, Liga, Bundesliga e nell’Eredivisie olandese. Con qualche sporadica eccezione. Il brasiliano Jardel, che vince nel 1999 con 36 gol nel Porto, o lo svedese Henrik Larsson, 35 gol nel Celtic Glasgow.
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Il giocatore che si è aggiudicato più volte la Scarpa d’Oro è Lionel Messi, sei edizioni, tutte con la maglia del Barcellona tra le quali le ultime tre. Subito dopo Cristiano Ronaldo, quattro trofei, il primo con il Manchester United e gli altri con il Real Madrid.
Gli italiani che hanno alzato almeno una volta la Scarpa d’Oro sono solo tre: la Serie A è sempre stato un campionato molto difficile per i bomber. Ma Luca Toni vince la Scarpa d’Oro nel 206 grazie a 31 gol con la Fiorentina, seguito l’anno dopo da Francesco Totti, 26 gol nella Roma. L’anno scorso è stato quello di Ciro Immobile, 36 gol con la Lazio, il primo a interrompere l’egemonia di Messi.
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