La storia degli Europei: dal 1960 ad oggi

Le Olimpiadi non sono l’unica manifestazione con cadenza quadriennale (e nemmeno l’unica ad essere stata posticipata a causa della pandemia globale). Analizziamo oggi la storia degli Europei, dall’edizione del 1960 ad oggi.

La storia degli Europei

Nata da un’idea dell’ex arbitro e dirigente francese Henri Delaunay, la prima edizione del campionato europeo di calcio ebbe luogo in Francia nel 1960.

La competizione prese il posto della Coppa Internazionale – che consisteva in un torneo tra le sole nazioni fondatrici – e permise la partecipazione di tutte le nazionali europee in grado di superare la fase di qualificazioni.

L’edizione pilota del 1960 mostrò uno scetticismo iniziale verso la nuova competizione, tanto che le principali potenze europee (Italia, Germania e Inghilterra) decisero di non partecipare al primo torneo. Euro1960 vide quindi 17 squadre sfidarsi al turno di qualificazione e una fase finale composta da sole 4 squadre: Francia (qualificata di diritto in quanto paese ospitante), Jugoslavia. Cecoslovacchia e Unione Sovietica. Il torneo terminò con la vittoria dell’Unione Sovietica in finale contro la Jugoslavia, mentre la Cecoslovacchia sconfisse la Francia, paese ospitante. Per la prima ed unica volta nella storia, si può parlare di un podio fantasma. In quanto nessuna delle tre nazioni premiate è ancora esistente.

I primi cambiamenti

Il sistema con una fase finale a 4 squadre si tenne fino all’edizione del 1976 (compresa). Nel 1980, gli Europei si tennero in Italia e si assistette al primo cambiamento strutturale del torneo. Si mantenne l’ampio turno di qualificazione, ma si istituì uno schema in cui le 8 nazionali partecipanti erano divise in due gruppi da 4 squadre l’uno. Le prime classificate giocavano la finale, mentre le seconde la cosiddetta finalina. Il campionato fu vinto dalla Germania Ovest che sconfisse in finale il Belgio per 2 reti a 1. L’Italia invece, perse la finale per il terzo e quarto posto contro la Cecoslovacchia.

L’edizione successiva, quella del 1984, mantenne il sistema ad 8 squadre ma abolì la finale per il terzo e quarto posto. Inoltre, alla fine dei gironi, la prima di un gruppo sfidò la seconda dell’altro e viceversa. L’Italia, grande favorita e appena laureatasi campione del mondo 1982, non raggiunse nemmeno la fase finale. Questo schema fu utilizzato fino al 1992, anno che segnò un ulteriore e significativo cambiamento.

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Ulteriori cambiamenti

Nel 1996 toccò all’Inghilterra ospitare gli Europei, sconfiggendo ai voti i Paesi Bassi. Euro1996 si fece scenario del secondo importante cambiamento che fece crescere ulteriormente l’interesse verso una competizione ormai seconda solo ai Mondiali di calcio. All’edizione inglese parteciparono 16 squadre: le 15 che superarono la fase di qualificazione e l’Inghilterra, qualificata di diritto in quanto paese ospitante. Lo schema adottato prevedeva 4 gruppi composti da 4 squadre ciascuno, al termine dei quali le prime classificate di ogni girone sfidarono le seconde. Dopo i gironi si disputarono quindi i quarti di finale, le semifinali e, infine, la finale.

La competizione terminò con la vittoria a sorpresa della “nuova” Germania (unificata in seguito alla caduta del muro di Berlino) sulla Repubblica Ceca di Pavel Nedved. Al termine dei 90 minuti regolamentari il risultato era inchiodato sull’1-1. Le squadre andarono ai tempi supplementari e, per la prima volta nella storia degli Europei, il Golden Goal decise la finale del torneo.

L’ultima edizione: Francia 2016

Lo schema di 16 squadre divise in 4 gironi da 4 rimase in vigore fino alla scorsa edizione, quella del 2016. In occasione di Euro2016 – la 15esima edizione del torneo e la terza svoltasi in Francia – la UEFA decise di passare ad uno schema che vedeva i 24 team partecipanti divisi in 6 gruppi di 4 squadre. Per la prima volta – in seguito alla fase di eliminazione – si qualificarono alla fase successiva le prime due squadre di ogni gruppo e le quattro migliori terze classificate di tutta la fase a gironi.

La finale vide confrontarsi la Francia, paese ospitante, e il Portogallo, una delle quattro migliori terze della fase a gruppi. I lusitani, privi della loro stella Cristiano Ronaldo, riescono comunque ad imporsi sugli avversari grazie alla rete di Éder al minuto 109.

Euro 2020, un’edizione che entrerà nella storia

Il torneo – per cause di forza maggiore – è stato rimandato di 12 mesi a causa della pandemia di Covid-19 che ha colpito il mondo quest’anno, eppure sembra che Euro 2020 sia un’edizione destinata ad entrare nella storia. In occasione del 60° anniversario dell’europeo, invece di un unico paese, saranno 12 le nazioni ospitanti. 12 stadi di 12 importanti città ospiteranno infatti almeno 3 partite della fase a gironi pro capite. La finale, invece, verrà disputata nello stadio Wembley di Londra.

Ciò significa che non ci sarà nessuna nazionale qualificata d’ufficio alla fase finale. 20 delle 24 squadre partecipanti, infatti, verranno selezionate con il classico sistema di qualificazione, le rimanenti 4, attraverso la UEFA Nations League.

L’albo d’oro

Solamente 10 nazionali in tutta Europa possono vantare di annoverare in bacheca almeno un titolo di campione europeo. Durante le 15 edizioni, in 60 anni di storia, la Germania e la Spagna sono in cima all’albo d’oro della storia degli Europei con ben 3 vittorie. Segue la Francia con 2 titoli e l’Unione Sovietica, l’Italia, la Cecoslovacchia, i Paesi Bassi, la Grecia e il Portogallo con un solo titolo in cassaforte.

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