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Il campionato mondiale di calcio è l’unica competizione con cadenza quadriennale che, al momento, non ha subito ritardi o rinvii a causa del Covid-19. Analizziamo quindi la storia, quasi centenaria, dei Mondiali.
La storia dei Mondiali
Nel 1928, Jules Rimet, allora presidente della FIFA decise di dare vita ad un torneo per squadre nazionali di tutto il mondo.
Prima di allora, gli unici incontri tra squadre nazionali si tenevano durante lo svolgimento delle Olimpiadi.
La prima edizione del campionato mondiale di calcio risale al 1930 e si disputò in Uruguay, paese vincitore degli ultimi due titoli olimpici. Il mondiale 1930 fece da scenario ai clamorosi tentativi di boicottaggio da parte delle nazioni europee, le quali contestarono apertamente la decisione della FIFA in merito al paese ospitante.
Alla prima edizione del torneo, infatti, parteciparono solamente le 13 squadre che accettarono l’invito (tra queste, solo 4 erano europee). La finale, giocata nel nuovissimo Centenario vide il trionfo dell’Uruguay che si impose sull’Argentina per 2 reti a 1.
La seconda edizione della manifestazione, in seguito alle pressioni del regime fascista, ebbe luogo in Italia. Nel 1934 il torneo subisce il primo cambiamento strutturale, passando ad un tabellone a 16 squadre a eliminazione diretta, includendo anche lo svolgimento della finalina per il terzo posto. Inoltre, si ebbe l’esordio di 10 squadre, tra cui la prima nazionale africana: l’Egitto. Il mondiale fu vinto dall’Italia, non senza poche polemiche da parte della stampa neutrale, in particolar modo quella francese. L’Italia vinse anche l’edizione successiva del 1938 in Francia, dopodiché – a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale – non si rivedrà più un’edizione dei Mondiali fino al 1950.
Il ventennio verdeoro
La ripresa dei Mondiali, nel 1950, ha come sfondo il Brasile, intento a dare una prova di forza del movimento calcistico coltivato negli ultimi anni. La seleçao però, in quell’edizione che che molti ricordano come “la strage del Maracana” deve cedere il passo all’Uruguay che bissa così il titolo di vent’anni prima e rimanda la festa brasiliana. La nazionale verdeoro, guidata da Pelè, vincerà poi 3 delle 4 edizioni tra il 1958 e il 1970 (quest’ultimo proprio contro l’Italia), cedendo solamente l’edizione del 1966 all’Inghilterra che vinse quindi il suo primo titolo mondiale.
A partire dal 1970, la coppa del mondo FIFA – ideata dal designer italiano Silvio Gazzaniga – sostituì la storica Coppa Rimet, il trofeo raffigurante Nike, la dea alata greca della vittoria.
Alcuni cambiamenti
Nell’edizione tenutasi in Spagna nel 1982 cambiò il numero di squadre partecipanti e, di conseguenza, anche la formula del torneo. Le 24 squadre partecipanti si divisero in 6 gruppi da 4, all’interno dei quali si qualificavano le prime due classificate. Le 12 squadre qualificate presero parte alla seconda fase, composta da 4 gironi da 3 squadre l’uno. Al termine della seconda fase, le quattro vincitrici di ogni gruppo si sfidarono in semifinale e, in finale, l’Italia trionfò sulla Germania.
La formula con le due fasi a giorni durò solo un anno. Nelle edizioni dal 1986 al 1994, la fase a gruppi qualificava le prime due di ogni girone e le quattro migliori terze classificate. Nell’edizione di Messico 1986 si assistette alla consacrazione di Diego Armando Maradona, il quale portò l’Argentina per la terza volta sul tetto del mondo (anche grazie alla celeberrima mano de Dìos). Germania e Brasile vinsero rispettivamente le edizioni del 1990 e del 1994.
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La struttura odierna
A partire dal mondiale di Francia ’98 una nuova struttura prese il posto dell’ormai canonico tabellone a 24 squadre. Lo schema a 32 squadre ha caratterizzato le edizioni dei Mondiali dal 1998 e rimarrà in vigore fino alla prossima edizione del torneo: Qatar 2022. In questa struttura, le 31 nazionali qualificate (più il paese ospitante) sono divise in 8 gruppi da 4 squadre l’uno. Al termine della fase a gironi, le prima classificata del gruppo A sfiderà la seconda del gruppo B e viceversa. La stessa pratica si ripeterà per le prime due classificate dei restanti gironi.
La Francia – guidata da Zinedine Zidane – trionfò davanti ai suoi spettatori, aggiudicandosi così il primo titolo mondiale della sua storia. La compagine transalpina sconfisse prima l’Italia ai rigori e, in finale, il Brasile del fenomeno Ronaldo.
Il Brasile pose rimedio alla sconfitta di Francia ’98 nell’edizione successiva. Il Ronaldo spento di quattro anni prima trascina la seleçao alla vittoria del mondiale nippo-coreano del 2002, una delle edizioni maggiormente macchiate dagli errori arbitrali nella storia dei Mondiali (sì, stiamo parlando di Byron Moreno).
Ancora campioni
Gli azzurri di Marcello Lippi interrompono finalmente la maledizione dei calci di rigore sconfiggendo la Francia in finale a Berlino nel 2006. L’Italia supera come testa di serie la fase a gironi contro Stati Uniti, Ghana e Repubblica Ceca. In seguito alle vittorie contro Australia e Ucraina (rispettivamente agli ottavi e ai quarti di finale), approda in semifinale contro i padroni di casa.
La nazionale di Lippi sembra prevalere sulla compagine tedesca, ma al 90’ il risultato è inchiodato sullo 0-0. I tempi supplementari furono tutti a trazione azzurra, con Gilardino e Zambrotta che scolpirono i legni della porta difesi da Lehmann. Al 119’ Fabio Grosso, servito da Andrea Pirlo, portò in vantaggio l’Italia con un sinistro dal limite dell’area piccola. Poco più di un minuto dopo, la Germania è sbilanciata in attacco e l’Italia recupera palla. O, se preferite, “ancora insiste Podolski… Cannavaro!”. Il capitano cede palla a Francesco Totti che serve Gilardino, il quale aspetta l’arrivo di Alessandro Del Piero che, defilatosi sulla sinistra segna il definitivo 2-0.
L’Italia torna in finale dopo 12 anni. Ad aspettare gli azzurri c’è la Francia dell’ultimo Zinedine Zidane, il quale porta in vantaggio i transalpini con un rigore. Al 19’, sugli sviluppi di un corner, Marco Materazzi impatta di testa e ristabilisce la parità che, ancora una volta, porta le squadre ai supplementari. È il 111esimo minuto quando si chiude la partita di Zinedine Zidane. Il capitano francese viene espulso dall’arbitro dopo aver colpito Materazzi con una testata in pieno petto. Al termine dei supplementari la partita è ancora in parità, si va così ai calci di rigore. Dopo 4 penalty ciascuno, il risultato è di 4 a 3 in favore dell’Italia. Fabio Grosso, autore di due goals importantissimi contro Australia e Germania, si presenta sul dischetto e buca per la quinta volta il portiere francese. L’Italia è di nuovo campione del mondo e riscrive il suo nome nella storia dei Mondiali per la quarta volta.
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Uno sguardo al futuro
La prossima edizione dei Mondiali si giocherà in Qatar nel 2022. Questa sarà l’ultima edizione a 32 squadre e la prima a non disputarsi nei mesi di giugno e luglio. Le partite sono infatti programmate in inverno tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 in quanto, per la prima volta, il torneo si svolgerà in una zona molto calda dell’emisfero nord. Ciò significa che le temperature estive sarebbero troppo elevate per giocare degli incontri sportivi.
Ultimi cambiamenti
A partire dal 2026 cambierà ulteriormente la storia dei Mondiali. La fase finale del torneo non comprenderà più 32 squadre, bensì 48. Il Mondiale United 2026 – ospitato da USA, Messico e Canada – si aprirà con una nuova fase a gironi composta da 16 gruppi di tre squadre. Le prime due di ogni girone si qualificheranno, dando vita ad una fase ad eliminazione diretta a 32 squadre. Le partite complessive aumenteranno quindi da 64 a 80. Inoltre, sarà la seconda edizione del Mondiale a disputarsi in più di uno stato ospitante (la prima fu il mondiale di Giappone-Corea del 2002).
L’albo d’oro
In cima alla classifica troviamo il Brasile, detentore di 5 trofei. Italia e Germania si contendono la seconda piazza con 4 coppe ciascuno. Sul gradino più basso del podio, con due trofei sollevati, troviamo l’Argentina, la Francia e l’Uruguay. Una sola vittoria per Inghilterra e Spagna.
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