Chi è Mauro Bellugi: l’ex difensore che ha perso le gambe a causa del Covid

Fino a pochi giorni fa, della sua vita privata si sapeva pochissimo, poi la rivelazione. Andiamo a scoprire chi è Mauro Bellugi, l’ex difensore dell’Inter che ha perso le gambe a causa del Covid-19.

Chi è Mauro Bellugi

Mauro Bellugi nasce a Buonconvento, un piccolo comune nel senese, nel 1950. Nel 1967, grazie alle sue caratteristiche tecniche e fisiche, approda nelle giovanili dell’Inter. Nella primavera neroazzurra rimane per due anni, fino al 1969 quando – non ancora ventenne – ottiene la promozione in prima squadra. Con l’Inter dell’allora presidente Angelo Moratti vince lo scudetto 1970-71 e segna il suo primo ed unico gol in carriera. Tuttavia non riesce a guadagnarsi una maglia da titolare inamovibile nell’undici milanese. Con l’Inter colleziona 90 presenze prima di trasferirsi al Bologna nel 1974.

Nonostante un infortunio importante, tra le fila rossoblù, Bellugi compie il tanto atteso salto di qualità, entrando anche nel giro della nazionale. Nel 1979 passa al Napoli, con i partenopei rimane però solo un anno e, a fine campionato, viene ceduto alla Pistoiese. Con la squadra toscana gioca 30 delle 38 partite del campionato ’80-’81 prima di ritirarsi dal calcio giocato a soli 31 anni.

Dopo il ritiro si insediò per un anno sulla panchina della Pistoiese come allenatore in seconda. Successivamente entra a far parte del cast di opinionisti della trasmissione Diretta stadio… ed è subito goal! su 7 Gold

Il Covid-19 e il dramma

Mauro Bellugi, da sempre ha sofferto di anemia mediterranea, un gruppo di malattie del sangue. Il 4 novembre, l’ex difensore della nazionale è stato ricoverato all’ospedale di Niguarda di Milano dopo essere risultato positivo al Covid-19. Il coronavirus ha causato delle ischemie ai vasi capillari di entrambe le gambe di Bellugi, l’ex difensore ha infatti dichiarato “avevo le gambe così nere che dopo averla toccata la pelle sembrava fumare”. L’amputazione di entrambi gli arti inferiori, avvenuta il 13 novembre la prima e il 20 novembre la seconda, è stata una decisione difficile ma inevitabile, spiegano i medici.

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