Giovinette – Le calciatrici contro il fascismo: le ragazze che sfidarono il Duce

"Giovinette - Le calciatrici contro il fascismo" racconta la storia della prima squadra di calcio femminile in Italia durante il fascismo: ripercorriamo le orme del libro di Federica Seneghini.

Siamo nel 1933, un gruppo di ragazze scende in campo con i calzettoni e la gonna nera per non offendere il regime fascista dell’epoca. “Giovinette – Le calciatrici contro il fascismo” approda sugli schermi – con la nuova produzione originale Sky Sport – venerdì 22 gennaio, alle ore 19.30 su Sky Sport Serie A. “Giovinette”, infatti, è la nuova puntata de “L’uomo della domenica” di Giorgio Porrà. La trasmissione prende come riferimento il libro “Giovinette – le ragazze che sfidarono il duce”, di Federica Seneghini.

“Giovinette – le ragazze che sfidarono il duce”

La storia si svolge nel 1933, nell’era del regime fascista in Italia. Un’epoca in cui le donne avrebbero dovuto svolgere solo un compito di procreazione ed erano relegate all’interno delle mura domestiche.

Il libro della Seneghini racconta la storia di un gruppo di amiche che dà vita al “Gruppo femminile calciatrici“, la prima squadra femminile in Italia. Nato come una via d’uscita dalla monotonia dell’epoca, il gruppo di ragazze si trova presto a fare i conti con il regime fascista allarmato dalla sfida lanciata al maschilismo. Come per le persecuzioni verso i cittadini di religione ebraica, anche quella verso le calciatrici fu una discriminazione derivata dalla volontà del regime nazi-fascista di colpire qualsiasi forma di dissenso.

Questo romanzo di amicizia, lotta e coraggio è stato ricostruito e redatto dallo storico Marco Giani. Nella seconda parte del libro, infatti, c’è un breve saggio dello studioso. In questo passaggio, Giani individua una serie di pregiudizi contro i quali lottarono le pioniere del calcio femminile. Lo storico, infatti, riporta le parole scritte sullo “schermo Sportivo” nel marzo del ’33: “una pallonata ricevuta sul corpo avrebbe potuto compromettere in modo irreparabile la funzione di maternità”.

E, nonostante nel racconto di Federica Seneghini manchi un tanto desiderato lieto fine, il coraggioso tentativo di sovvertire i canoni del regime aveva già visto vincitrici le “Giovinette”.

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