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La Nazionale italiana di calcio ha trionfato nella sua storia in un solo campionato Europeo, quello del 1968. La vittoria è ricordata come quella del lancio della monetina, che permise agli azzurri di qualificarsi in finale. Allenata da Valcareggi quella Nazionale fu considerata tra le più forti della nostra storia e l’unica in grado di portare l’Italia alla vittoria degli europei: Zoff, Facchetti, Rivera, Riva, Anastasi, Mazzola, Bulgarelli alcuni dei grandi campioni che alzarono la Coppa.
Gli azzurri, fino al 1996 – edizione in cui le squadre partecipanti passarono da otto a sedici – non hanno partecipato in maniera regolare al torneo: saltarono i primi due, quello del 1960 e del 1964, e dopo la storica vittoria non prese parte ad altre partecipazioni. Negli ultimi venticinque anni, pur partecipando sempre, l’Italia non è mai riuscita a replicare il successo, pur essendoci andata vicina due volte: nel 2000 perdendo ai supplementari, con la regola del Golden Gol, contro la Francia e nel 2012, sempre in finale, contro la Spagna.
Riviviamo le emozioni di quella competizione, che rimane ancora oggi l’unica vittoria dell’Italia nella storia degli Europei.
Nel 1968 non esisteva un unico Paese organizzatore del torneo e la fase finale veniva ospitata in base alle quattro finaliste. La UEFA decise che si sarebbero giocate in Italia, in particolare a Roma, Napoli e Firenze.
La fase finale era preceduta da un girone a eliminazione. Nel girone dell’Italia erano presenti Svizzeria, Cipro e Romania. Le altre partecipanti ai quarti di finali furono:
L’Italia ottenne l’accesso alla fase finale del 5 giugno grazie al successo contro la Bulgaria nella gara di ritorno, imponendosi per 2-0 e ribaltando la sconfitta dell’andata per 3-2.
La Semifinale si svolse allo Stadio San Paolo di Napoli contro l’Unione Sovietica, squadra temibilissima, vincitrice della prima edizione del 1960. Al Novantesimo il risultato era ancora fermo sullo 0-0. Si proseguì con i tempi supplementari, che si chiusero col medesimo risultato. Non erano ancora previsti i calci di rigore quindi la finalista venne decisa con il lancio della monetina. Per gli azzurri toccò al capitano, Giacinto Facchetti, secondo i compagni di squadra “baciato dalla fortuna”. Facchetti scelse testa, il capitano sovietico croce. Uscì testa e l’Italia si qualificò per la finale.
Il 10 giugno la finale si disputò allo Stadio Olimpico di Roma, l’avversario fu la Jugoslavia: una delle nazionali più forti fra le europee, il cui capitano, Dragan Džajić, fu il capocannoniere del campionato. La Jugoslavia in semifinale aveva eliminato l’Inghilterra di Sir Bobby Charlton.
La partita fu dominata dalla Jugoslavia, che passò meritatamente in vantaggio, sprecando più volte le chance di raddoppio. A sorpresa una strana punizione di Domenghini permise agli azzurri di agguantare il pari e ottenere la ripetizione della partita (per la finale non era prevista la monetina).
La ripetizione fu totalmente diversa. Gli azzurri dominarono e si imposero per 2-0 grazie alle reti di Riva e Anastasi, vincendo così il suo primo e, fino a oggi, unico Europeo.
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