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I rapporti in uno spogliatoio non sempre sono rose e fiori. Questo periodo di campionato, complice una situazione nuova (anche se ormai non troppo) ci ha offerto un paio di episodi da aggiungere alla lunga lista di litigi tra allenatori e calciatori.
Cominciamo dal più recente: c’è un motivo se Edin Dzeko è relegato in panchina da ormai tre giornate, e quel motivo è Paulo Fonseca. La lite, scoppiata in seguito alla gara con lo Spezia, ha avuto strascichi talmente invasivi da portare il caso Dzeko-Fonseca al più classico dei bivi: o lui, o io. E se in questo caso, la partenza del bosniaco, ormai ex capitano della Roma, è rimandata a giugno, in quel di Bergamo un capitano ha già fatto le valigie.
Alejandro Gomez (il Papu), infatti, è già atterrato a Siviglia e si è già presentato alla sua nuova squadra e ai nuovi tifosi. Anche in questo frangente, la cessione della stella argentina è avvenuta in seguito ad un litigio, di cui però non si conoscono completamente le dinamiche. Ciò che sappiamo è che i rapporti tra Gomez e l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini erano ridotti all’osso e non c’era margine di miglioramento.
È una regola non scritta che le cronache di spogliatoio non debbano (o almeno, dovrebbero) lasciare spazio alle rivelazioni di alcuni episodi delicati accaduti al loro interno. Spesso e volentieri, però, certe dinamiche vengono catturate dagli occhi indiscreti del piccolo schermo o raccontate da chi pensa di non fare un torto a nessuno. Se vi dico “litigi tra allenatori e calciatori”, quasi certamente, la maggior parte di voi si sarà immaginato la lite tra Delio Rossi e Adem Ljajic ai tempi della Fiorentina. In quell’occasione, l’allenatore rifilò una serie di pugni al calciatore serbo, colpevole – pare – di averlo insultato.
Allo stesso modo, finì sotto gli occhi di tutti anche l’episodio in cui Roberto Mancini strattonò il “pacifissimo” Mario Balotelli. In quell’occasione, Super Mario – che allora giocava nel Manchester City – era colpevole di essere entrato troppo duramente in scivolata su un compagno reduce da un brutto infortunio. Rimaniamo in Inghilterra, però andiamo sull’altra sponda di Manchester. È il 2003 quando lo United di Sir Alex Ferguson perde in casa con l’Arsenal. L’ex allenatore dei Red Devils rimproverò David Beckham, il quale però gli rispose, scatenando l’ira di Ferguson. Alex Ferguson, con un gesto di stizza, calciò uno degli scarpini sul pavimento dello spogliatoio, il quale finì sopra l’occhio del centrocampista inglese. I compagni intervennero per placare gli animi, e Beckham andò a farsi ricucire.
Possiamo ancora fare riferimento allo screzio Mourinho-Casillas, terminato con il portoghese esonerato e il portiere spagnolo ceduto al Porto. Un’altra menzione di stampo italiano è quella che riguarda i litigi tra Antonio Conte e Diego Costa ai tempi del Chelsea, o quelli tra Louis Van Gaal e Luca Toni al Bayern Monaco. O ancora l’episodio in cui Rafa Benitez – appena arrivato all’Inter – stracciò dall’armadietto di Marco Materazzi le foto di Lippi e Mourinho, allenatori con cui Matrix vinse il Mondiale di calcio 2006 e la Champions del 2010. Si aggiunge a questa lista di litigi anche il rapporto tra Zlatan Ibrahimovic e Pep Guardiola. Ibra, infatti, nel suo libro ha descritto il suo (pessimo) rapporto con l’allenatore ai tempi del Barcellona.
Per non parlare dei rapporti in rotta di collisione che portarono Keita Baldè lontano dalla Lazio di Simone Inzaghi. O del litigio che allontanò Leonardo Bonucci dalla Juventus di Massimiliano Allegri. Un capostipite dei litigi con gli allenatori, inoltre, è senza dubbio Antonio Cassano. Durante la sua carriera, FantAntonio ha litigato con Andrea Stramaccioni all’Inter e con Fabio Capello alla Roma (e al Real Madrid). Anche Fabio Capello, però, si è reso protagonista di alcuni diverbi con i suoi calciatori. Oltre al fantasista pugliese, infatti, nel suo soggiorno a Roma, l’allenatore ha rimediato litigi con Vincenzo Montella, Christian Panucci e Francesco Totti.
Ci sono episodi che rimangono nascosti in bella vista per tutta la durata della carriera di un calciatore e che vengono rivelati solamente in seguito. Francesco Totti, ad esempio, racconta nel suo film il controverso rapporto con l’allenatore Luciano Spalletti. Un rapporto a due volti, idilliaco nel primo mandato e catastrofico nel secondo. L’ex capitano giallorosso ha raccontato nel suo libro di aver percepito un atteggiamento diverso da parte del suo allenatore. Un controverso rapporto composto da litigi, sfuriate, silenzi e ripicche e culminato con la rissa sfiorata a Bergamo. L’episodio che fa prendere coscienza a Francesco che forse è il caso di “divorziare”.
“Sono accanto a De Rossi e Florenzi, chinato sulle scarpe che mi sto sfilando. Non mi accorgo dell’improvviso silenzio. Quando rialzo la testa trovo la faccia di Spalletti a un centimetro dalla mia. Mi aspettava. ‘Basta, hai rotto le palle, pretendi ancora di comandare e invece te ne dovresti andare, giochi a carte malgrado i miei divieti, hai chiuso’. Il tutto gridato a massimo volume. È l’ultimo litigio tra me e Spalletti, nel senso che perdo le staffe anch’io e ci devono separare in quattro perché altrimenti ce le daremmo di santa ragione. Di lì in poi, chiuso”
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