Fondi di private equity nel calcio: un destino inevitabile

I fondi private equity potrebbero essere la svolta per il mondo del calcio: perché e in che modo potrebbero cambiare le sorti del nostro campionato e non solo.

Ad inizio 2021 si è ritornato a parlare fortemente di fondi private equity all’interno del calcio. Non un qualcosa di nuovo, alla luce dell’entrata di Elliot alla guida del Milan nel 2018, ma un fenomeno che potrebbe diventare una costante nel futuro del mondo del pallone nostrano.

I fondi private equity nel calcio

Tra i disagi causati dalla pandemia, c’è anche quello delle perdite tra i club di calcio. Questo è risultato ancor più palese durante le sessioni di calciomercato, dove molte squadre hanno deciso di non acquistare giocatori o di concentrarsi su prestiti, anche a lunga durata.

Molte proprietà si sono quindi ritrovate in difficoltà, cercando soci a cui appoggiarsi o addirittura a cui vendere. Persino club come Real Madrid e Barcellona hanno dovuto ammettere di avere grossi debiti, rendendo impossibili situazioni come le cifre astronomiche del contratto di Leo Messi.

La logica dietro ai fondi

Nel mese di Gennaio 2021 c’è stato l’ingresso della cordata formata da Cvc, Advent e Fsi nella media company di Serie A. I fondi hanno garantito 1,7 miliardi di euro per il 10% delle azioni.

Questi fondi sono particolarmente interessati a campionati come il nostro, ma anche come la Bundesliga o la Ligue 1. Questo perché, a differenza della Premier League, in queste competizioni non c’è stata ancora un’impennata dei ricavi e inoltre sono presenti diverse squadre, anche di prestigio, acquistabili a cifre contenute rispetto al passato.

La scelta di acquistare determinati club, anche gravati da debiti, è determinata dalla visione del calcio come un business su cui ottenere importanti margini di ricavo. Infatti una strategia è quella di investire in modo tale da poi rivendere nel giro di 3-5 anni, ottenendo una plusvalenza. Una delle prime scelte è allora quella di cercare nuove fonti di ricavo: tra queste c’è quella di costruire uno stadio di proprietà, garantendo grandi introiti.

I cambiamenti nel calcio italiano

L’inserimento di questi fondi privati, anche nel discorso dei diritti tv che vede la Serie A arretrata rispetto ad altri campionati, è anche quello di dare prestigio e una posizione di rilevavo al campionato italiano nel contesto internazionale. Piero Masera, managing director di AlixPartners, espone così la sua opinione in materia

Ne abbiamo un esempio con la battaglia dei diritti Tv. Ma nella Lega siedono sempre più player internazionali con una cultura manageriale e che perseguono chiari obiettivi di sviluppo del business. Saranno loro che faranno sistema e guideranno la trasformazione del settore. I gap verso gli altri Paesi sono grandi, ma le opportunità di crescita lo sono ancora di più.

Inoltre questi fondi hanno il pregio di portare all’interno della mentalità italiana una ricca esperienza in ambito di managerialità, che garantirebbe una sana crescita a tutto il sistema, come dichiarato dallo stesso Masera.

Sono molti i fondi che hanno messo gli occhi su squadre del nostro campionato: in primis fondo Usa Alk Capital che fa capo Alan Pace che mira ad acquistare lo Spezia. Una vera e propria bagarre si sta invece scatenando intorno all’Inter: dagli americani Fortress agli svedesi di Eqt, tutti in corsa per acquistare la proprietà nerazzurra.

L’entrata di questi fondi nel nostro calcio sarà sicuramente una possibilità di sopravvivenza per molte società, ma solo il tempo saprà dirci se le operazioni di ricavo andranno a pari passo anche con i successi sul campo.

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