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A inizio Febbraio 2021 la rivista France Football, la stessa che ogni anno assegna il prestigioso Pallone d’Oro, ha stilato la top10 dei migliori talenti sprecati nel mondo del calcio.
Nella storia del calcio sono tantissimi i giocatori etichettati come nuovi fenomeni, spesso paragonati a campioni del passato.
Secondo France Football questi dieci sono stati i calciatori che più di tutti non sono stati in grado di valorizzare il loro talento:
Antonio Cassano è stato un calciatore dal 1999 al 2017. Dopo il promettente esordio con la maglia del Bari, venne acquistato dalla Roma campione d’Italia in carica. Con i giallorossi riuscì a mettersi in mostra, tanto da essere acquistato dal Real Madrid. Fu proprio nella parentesi spagnola che il Pibe de Bari cominciò una lenta ma inesorabile parabola discendente.
Venne soprannominato El Gordito a causa di qualche chilo di troppo e inoltre non riuscì a trovare mai il feeling giusto con gli allenatori, specie con Fabio Capello. Nel 2007 venne ceduto alla Sampdoria dove, pur non mancando le solite cassante, riuscì a ritrovare un’ottima forma che permise ai Doriani di vivere alcune delle più belle stagioni della loro storia recente.
Nel 2011, nella sessione di calciomercato di Gennaio, venne ceduto al Milan, dopo essere stato messo fuori rosa per un litigio col presidente della Sampdoria. Coi rossoneri vinse uno Scudetto e una Supercoppa Italiana, ma nella sua stagione dovette stare fuori a lungo per un problema al cuore. Dopo uno stop lungo sei mesi rientrò in campo, ma anche con la dirigenza del Milan i rapporti erano ormai logori.
Venne ceduto all’Inter, sua squadra del cuore, dopo giocò una sola stagione seppur con 9 gol e 15 assist. Successivamente ha giocato con Parma e ancora Sampodoria, prima di appendere le scarpe al chiodo. Oggi è un commentatore sportivo, soprattutto al programma Tiki Taka. All’uscita della classifica di France Football ha così commentato il suo primo posto:
Ho letto che mi hanno dato il Pallone d’Oro al contrario, ma è la scoperta dell’acqua calda, si sapeva questa roba, hanno ragione.
La restante parte del podio è dominata da giocatori di origine inglese. Secondo posto per Paul Gascoigne, famoso per aver giocato anche in Italia con la maglia della Lazio. Un talento condizionato sia dall’eccentrico carattere che dai problemi psicologici e relativi all’alcool. Meno celebre l’altro inglese, ossia Stan Bowles. Il terzo classificato è stato una bandiera del QPR, ma la sua carriera è stata frenata dalla birra e dal gioco d’azzardo, specie quello delle scommesse dei cavalli.
Angelillo fu un giocatore sia dell’Inter che del Milan. Il suo grande talento fu condizionato dal fascino della vita notturna del capoluogo lombardo. Stessa sorte toccò ad un altri due passati da Milano, sponda interista, ossia l’olandese Andy Van der Meyde e il brasiliano Adriano. Soprannominato “L’Imperatore” dai tifosi nerazzurri, dopo delle prima stagioni devastanti sul piano fisico, l’alcool lo fece entrare in un tunnel da cui non uscì più nonostante altre esperienze, come quella alla Roma. Mentre il centrocampista, dopo un inizio devastante all’Ajax, si perse per via di cocaina e pillole medicinali.
Tra quelli inseriti in classifica stona sicuramente la presenza di Anelka, bomber in grado di segnare più di 200 gol in carriera. La sua scelta, considerando la stessa nazionalità della rivista, potrebbe essere condizionata dal fatto che ai tempi del PSG fosse considerato l’attaccante destinato a diventare quello più forte della storia della Francia.
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