“Ho giocato 12 anni in Italia. Dopo il Milan, nessuna chiamata. E nemmeno in Olanda, il mio paese. Viera è dovuto andare a New York, Henry in Canada. Per gli allenatori non ci sono pari opportunità: se guardiamo i numeri, non ci sono persone di colore nelle posizione di maggior potere nel calcio”.
A parlare è Clarence Seedorf che, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, che poi ha parlato anche del derby.
“Senza poter essere allo stadio ha anche più peso per i tifosi perchè l’energia del dodicesimo uomo in campo non c’è e non possono dare quella spinta.
Barella è tra i giocatori italiani più in forma: per dire se è il migliore va visto il rendimento di tutto un anno, se non di anni. Tonali? Tante aspettative e tante pressioni: è molto giovane e gli serve tempo per trovare un proprio equilibrio”.
“Il mio rimpianto è quello di aver preso sempre squadre in corsa, a cominciare proprio dal Milan. Per contratto avrei dovuto partire a giugno, ho accettato di arrivare prima e non ho potuto continuare. Poi ho lavorato per dimostrare il mio valore altrove, prendendomi dei rischi” ha concluso Seedorf.