Chi è Gabriele Gravina: dall’Under-21 alla presidenza della FIGC

Gabriele Gravina è uno degli uomini più importanti del panorama calcistico italiano, in quanto presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio dal 2018.

Chi è Gabriele Gravina

Gabriele Gravina nasce in Puglia, a Castellaneta, il 5 ottobre 1953. Laureato in Giurisprudenza, vive in Abruzzo a Sulmona. Da sempre si è rivelato interessato al mondo dello sport. Dal 1984 al 2000 è stato proprietario del Castel di Sangro, formazione della provincia dell’Aquila, che sotto la sua presidenza ha raggiunto addirittura la Serie B partendo dall’Eccellenza.

Oltre al biennio come membro della Commissione UEFA per l’Assistenza Tecnica ed Amministrativa, il suo impegno calcistico lo si ritrova anche nella sua esperienza con la Nazionale U-21. In qualità di dirigente a capo della delegazione, ha accompagnato gli azzurrini in tre edizioni degli Europei di categoria (tra cui quelli vinti nel 2004) e in due edizioni delle Olimpiadi.

Ha ricoperto un ruolo importante, sempre in ambito sportivo, anche a livello accademico. Dal 2008 è docente presso l’Università degli Studi di Teramo dei corsi di Management Sportivo e di Organizzazione e gestione degli eventi sportivi.

L’esperienza in FIGC

Gravina è stato presidente della Lega Pro dal 2015 al 2018. Dopo di che è stato scelto come la persona giusta per rilanciare il calcio italiano, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia. Il 22 ottobre 2018 da candidato unico ha ottenuto il 97,2 per cento dei voti dei 274 delegati federali, diventando così presidente della FIGC.

Nel corso di questo primo mandato ha ottenuto, presso il Parlamento europeo di Bruxelles, il premio La Moda Veste la Pace per le attività di contrasto al razzismo nel calcio.

Nel 2021 è stato riconfermato presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio per altri quattro anni. Questa volta ha dovuto confrontarsi con Cosimo Sibilia, vincendo il duello con il 73,45% dei voti rispetto al 26,25% dell’avversario. Il suo programma per il futuro prevede cinque punti:

  • Il rinnovamento degli impianti;
  • Uno sviluppo ulteriore del calcio femminile;
  • Il rafforzamento dell’immagine del Club Italia;
  • Una riorganizzazione dei campionati professionistici, con l’idea dei Playoff;
  • Una ripartenza dei campionati dilettantistici, bloccati dalla pandemia di Covid-19.
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