Dublin Arena, la storia dello stadio irlandese: dal 1872 a oggi

Dublin Arena, Aviva Stadium, Staid Aviva in gaelico. Molti nomi per un unico capolavoro di progettazione al servizio dello sport e non solo: la storia dello stadio di Lawnsdowne Road.

Teatro delle partite in casa delle Nazionali irlandesi di rugby e calcio, la Dublin Arena innesta la propria storia in quella del Lansdowne Road Stadium.

Dublin Arena: la storia

A seconda della prospettiva, la storia della Dublin Arena può essere molto giovane o particolarmente longeva.

Le due date fondamentali sono il 1872 e il 2010, gli anni delle rispettive inaugurazioni. Il Lawnsdowne Road Stadium compirebbe 150 anni nel 2022. Tuttavia, nel 2007 è stato demolito per fare spazio all’attuale Dublin Arena. Al momento della demolizione detiene il record di più antico stadio di rugby internazionale del mondo, ma ormai decisamente inadeguato ad ospitare la Nazionale irlandese.

Non sembra quindi forzato, soprattutto per il valore simbolico dell’aver mantenuto la stessa locazione, parlare di una storia condivisa.

La Dublin Arena può fregiarsi dunque di questa duplice veste: contemporaneità e tradizione. E in qualche modo riesce a rappresentarle entrambe, con lo slancio avanguardistico del nuovo impianto e con la reverenza alle radici culturali della Repubblica d’Irlanda.

Da un lato, l’attenzione all’urbanistica, con la scelta dell’architettura bowl-shaped. Tale design, oltre al lato estetico, è pensato per ridurre l’impatto sullo skyline e sulla qualità della vita delle zone residenziali che circondano lo stadio. Dall’altro, l’attaccamento al principale sport nazionale irlandese: il rugby.

Voluto e sponsorizzato dall’Irish Rugby Football Union e dall’Irish Football Association, fin dall’inizio della sua “seconda storia” la Dublin Arena è conosciuta anche come Aviva Stadium. I diritti di denominazione sono infatti in mano alla compagnia assicurativa britannica Aviva.

Nel 2011 la Dublin Arena vince l’International Award della British Construction Industry. L’importante riconoscimento è il frutto di un’accurata valutazione di tutto il processo di realizzazione: dall’architettura, alla progettazione ingegneristica, al budget e ai tempi di consegna.

aviva stadium alto 1

Eventi sportivi

Molte sono le manifestazioni sportive nazionali e internazionali disputate all’Aviva Stadium. Dal 2011 al 2013 vi hanno avuto luogo le finali di UEFA Europa League 2010-2011, la Coppa Europa di rugby e la finale della Heineken Cup (calcio).

Alla Dublin Arena si gioca ogni anno la finale della FAI Cup, la Coppa Nazionale Irlandese calcistica, oltre a molti incontri del Guinness PRo14 (conosciuto anche come Celtic League).

In occasione di Euro 2020 (rimandati causa covid all’estate 2021), la Dublin Arena ospiterà tre gare della fase a gironi e un ottavo di finale.

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aviva stadium storia

Eventi extra-sportivi

La Dublin Arena ha ospitato negli anni molti artisti internazionali. Nel 2013 la cantante Rihanna l’ha scelta come location per una tappa del suo Diamonds Tour, mentre nell’estate del 2015 salgono sul palco dell’Aviva Stadium AC/DC e Lady Gaga assieme a Lady Starlight.

Nel 2017 è la volta di Robbie Williams e di Phil Collins, con special guests Blondie & Mike + The Mechanics!. In occasione dell’edizione 2018 del Dublin Live Festival, Billy Joel tiene il main event della manifestazione che per tre giorni fa cantare ogni estate le strade di Dublino.

La storia della Dublin Arena: valori e iniziative

L’attività dell’Aviva Stadium non si concentra solo su partite e trofei, concerti e spettacolo. Attraverso lo sport si impegna infatti nella promozione di campagne per il sociale e l’ambiente.

L’Aviva Stadium supporta iniziative come LGBT BeLonG, di cui ha ospitato il Pride Event nel giugno 2019 e in occasione dell’evento ha lanciato l’hashtag #SafeToDream.

Oltre alla battaglia per la non-discriminazione sessuale e di genere, la Dublin Arena si fa simbolo della sostenibilità ambientale. In questo senso vanno il risparmio di risorse per l’irrigazione e l’illuminazione grazie a moderni sistemi tecnologici, l’utilizzo di materie prime con filiera corta. E poi ancora l’introduzione di bicchieri riutilizzabili, per un terzo tempo da giocare con pinte responsabili.

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