Ramadan nel mondo del calcio: cosa cambia per gli atleti

Quello di aprile è il mese più difficile per i calciatori e gli sportivi in generale a causa del digiuno: il 13 aprile è infatti iniziato il Ramadan. L’osservazione del digiuno durerà fino al 12 maggio e probabilmente poterà qualche scompiglio tra i professionisti del mondo dello sport.

Che cos’è il Ramadan

Nel calendario islamico, il Ramadan corrisponde al nono mese dell’anno e ha una durata di 29 o 30 giorni, in base all’osservazione della luna crescente. Secondo la pratica islamica, durante il Ramadan si pratica il digiuno dall’alba al tramonto, cibo e bevande sono servite infatti prima dell’alba e dopo il tramonto. Inoltre, i fedeli sono tenuti a evitare comportamenti peccaminosi che vanificherebbero il digiuno.

Il Ramadan nel mondo del calcio

In passato, il Ramadan ha coinciso spesso con eventi sportivi anche molto importanti. Le Olimpiadi di Londra 2012, i Mondiali di calcio 2014 e gli Europei di Francia 2016 sono tre degli esempi più recenti. Non solo però, anche la finale di Champions League del 2019 tra Liverpool e Tottenham si è disputata durante gli ultimi giorni del Ramadan.

Considerando ciò che il Ramadan comporta, vien da sé che osservarlo può risultare molto provante per gli atleti, a maggior ragione nei mesi più caldi. Per questo motivo, negli sport individuali è possibile modulare l’orario delle sedute, mentre negli sport di squadra la flessibilità è ridotta. Infatti, allenamenti ed esercitazioni di squadra vanno svolte con il gruppo tecnico al completo.

Diversi i calciatori coinvolti: Kessié, Calhanoglu, Hakimi, Demiral, Ghoulam e Ribery sono solo alcuni degli esempi del campionato di Serie A. Anche il palcoscenico europeo vedrà in campo giocatori che stanno osservando il Ramadan. Il turno di ritorno delle gare di Champions League vedrà scendere in campo Momo Salah, Sadio Mané e Naby Keita del Liverpool, Riyad Mahrez del Manchester City e il centravanti del Real Madrid Karim Benzema.

Nel corso della storia, ci sono stati diversi episodi in cui gli atleti hanno seguito le regole imposte dalla propria religione. Un esempio è la nazionale di calcio dell’Algeria, con i calciatori che hanno digiunato durante una partita contro la Germania nonostante una speciale esenzione dalle autorità religiose.

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Altri sportivi

Un esempio dal passato è quello di Hakeem Olajuwon, centro NBA dal 1984 al 2002 e bandiera degli Houston Rockets. Durante il febbraio del 1995, the Dream osservò il Ramadan continuando a segnare più di 30 punti di media a partita. Stesso ruolo per Enes Kanter, centro turco dei Portland Trail Blazers, anche se – ovviamente – le statistiche e il peso specifico nella Lega dei due cestisti sono notevolmente differenti.

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