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La Superlega Europea, è nata come un fulmine a ciel sereno. Nessun polverone mediatico prima, molti polveroni mediatici con molteplici motivi dopo. Gli scopi di questa nuova competizione sono principalmente due: rivoluzionare lo spettacolo offerto dal palcoscenico europeo e aumentare i guadagni delle società europee più prestigiose.
Perché è nata la Superlega Europea
La situazione causata dallo scoppio della pandemia di Covid-19, come ampiamente prevedibile, ha recato danni anche ai club che valgono di più al mondo. Basti pensare che, ad oggi, i 12 club fondatori della nuova Superlega hanno calcolato perdite operative pari a quasi 1,5 miliardi di euro.
Cifre relative alla stagione 2019-2020 che, fino allo scoppio di marzo, ha continuato ad andare avanti ignara dell’imminente pericolo. La vera stangata, infatti, è prevista dai bilanci della fine della stagione 2020-2021, la prima interamente investita dalle misure anti-Covid. Secondo i primi calcoli, si stima una perdita compresa tra i 6 e i 9 miliardi di euro complessivi nel biennio.
Ancor più tragica la situazione se si guarda all’indebitamento complessivo dei 12 team fondatori. I debiti, infatti, supererebbero i 6 miliardi di euro, di cui uno se si somma il debito dei club italiani. Vien da sé che il finanziamento della JP Morgan, banca americana, rappresenta una boccata d’ossigeno per i club che hanno aderito al progetto. Infatti, alle 12 società fondatrici della Superlega andranno ben 350 milioni di euro a testa. Un totale di oltre 5 milioni di euro quindi, che supera di gran lunga i 2 milioni spartiti dalla Uefa per la Champions League.
Superlega Europea: il tradimento di Agnelli
Andrea Agnelli, numero uno della Juventus, è stato uno dei principali pionieri della nascita della nuova Superlega Europea. Una sfegatata inclinazione verso la realizzazione del nuovo progetto che aleggia nell’aria come un tradimento alla Uefa e al presidente Alexander Ceferin. I due, infatti, sono (o erano, ancora bisogna vedere) legati da un profondo legame di amicizia, tanto che il numero uno del comitato Uefa è il padrino della figlia del patron juventino.
Inspiegabile, per certi versi, l’atteggiamento di Andrea Agnelli, investito di parole non proprio al miele da Ceferin. I più scaltri avevano sentito suonare il primo campanello d’allarme lo scorso marzo, quando il numero uno juventino aveva trovato l’intesa con l’Uefa per poter gestire la nuova Champions League che prenderebbe il via dal 2024. A giochi fatti, dopo l’ufficializzazione della nuova Superlega, si è praticamente compiuto il “tradimento” di Andrea Agnelli.
“Sabato mi ha detto che erano solo voci, poi ha spento il telefono. Non sapevamo di avere delle serpi in casa”
Queste alcune delle parole che il presidente dell’Uefa Alexandar Ceferin ha rilasciato in riferimento all’accaduto. Infatti, sembra che il patron bianconero abbia spento il telefono nelle ore precedenti all’ufficializzazione del comunicato. Un silenzio assordante che ha svolto la funzione della classica quiete prima della tempesta.
La reazione dei tifosi
Come si dice, “al mio segnale, scatenate l’inferno“, giusto? Sì, peccato che il segnale questa volta non ci sia stato. L’annuncio della nuova Superlega è stato un flash che, come un meteorite, ha tagliato in due il buio della notte tra il 18 e il 19 aprile. Purtroppo però al bagliore è seguito l’impatto, e l’impatto è stato significativo. Il web e i social media sono impazziti e i tifosi “romantici” del calcio si sono lasciati andare con commenti al veleno verso la nuova Superlega.
La stragrande maggioranza dei tifosi si è infatti schierata contro la creazione della nuova Superlega Europea, dichiarandosi delusi dal percorso prettamente economico intrapreso dal calcio moderno. La nuova Superleague rappresenterebbe infatti la fine della meritocrazia e dell’imprevedibilità del calcio, dove un sogno atalantino potrebbe essere messo a rischio e la sporadicità degli incontri al vertice diventerebbe un evento banale.
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