Il commissario tecnico dell’Italia Roberto Mancini in un’intervista a Sportweek ha rivelato il suo più grande rimpianto: “Rifiutare di andare ai Mondiali del ’94, non lo rifarei mai”.
Pregi e difetti: “Il mio più grande pregio è l’onestà.
Il difetto? La troppa sensibilità forse, in certe situazioni avrei dovuto gestirla meglio. Modificarmi un po’. La canzone della mia vita? Lucio Dalla 1979, L’anno che verrà: quella che faceva ‘Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’.
Io avevo lasciato Jesi da poco, che avevo 13 anni e mezzo, quasi 14. Ero andato via da casa e dai miei amici per trasferirmi a Bologna, da solo, in una città grand e quella canzone lì mi faceva compagnia”.
Il sogno resta la vittoria Mondiale: “L’ultimo che ho fatto? L’Italia batteva il Brasile 1-0. Ma non so dove fossimo. Non può essere l’Europeo…”.
Il ct jesino ha espresso anche il suo pensiero sull’omosessualità: “Cosa ne penso? E’ come l’eterosessualità, io sono per la libertà, in tutte le cose della vita. Ho vissuto molto male quest’ultimo anno di limitazioni, malissimo. E oggi penso, ancor più di quanto già pensassi, che le persone debbano essere libere, sempre. Non ho nessun tipo di problema”.