Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Fabio Cannavaro ha detto la sua su chi paragona questa Nazionale a quella Campione del Mondo nel 2006: “Niente paragoni con il passato, questa squadra assomiglia solo a se stessa. Sta compiendo un cammino di crescita e ognuno deve entrare in simbiosi col gruppo e il c.t.
per creare qualcosa di unico. Tra l’altro in Federcalcio negli ultimi anni c’è stata una sterzata nella programmazione, con un buon lavoro nelle giovanili. I risultati cominciano a vedersi”.
La forza di questo gruppo sembra essere la coesione tra i suoi componenti: “La nostra storia insegna che, a parte Roberto Baggio nel ’94, l’Italia non ha mai puntato su un fuoriclasse, ma su un gruppo forte, capace di esaltarsi nelle difficoltà.
Per me l’uomo in più è Mancini per come fa giocare la squadra e gestisce gli uomini. Abbiamo un’ottima mediana, con qualità e fisicità. C’è anche Bonucci regista arretrato. In attacco siamo imprevedibili perché in tanti seguono l’azione e dietro c’è solidità, con un portiere di grande livello. Il Belgio è un po’ un bivio delle nostre ambizioni. Per crescere bisogna battere avversari forti. I ragazzi devono rimanere con la testa leggera, così potranno giocare come hanno imparato a fare insieme. Dovranno sentire l’orgoglio di dire ‘Noi siamo l’Italia’. E allora saranno gli altri ad andare in difficoltà nell’affrontarci. E poi presto ci sarà il Mondiale…”.
Venerdì gli Azzurri affronteranno il Belgio: “Ha almeno quattro o cinque giocatori in grado di risolvere la partita da soli. Penso a Lukaku e a Mertens, anche se ultimamente Dries non è al meglio ma ha grande facilità di tiro e ‘vede’ la porta. Poi ci metto i due in dubbio (Hazard e De Bruyne n.d.r.) e anche Witsel che conosco molto bene, avendolo avuto al Tianjin: un centrocampista completo capace di far bene qualsiasi cosa. Inoltre hanno in Courtois un ottimo portiere e mi piace molto la gestione del c.t. Martinez”.