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Martedì 28 settembre, allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro, Milan e Atletico Madrid si fronteggeranno nella seconda giornata del Gruppo B della UEFA Champions League. Ironia della sorte, l’ultima presenza casalinga dei rossoneri nella massima competizione europea fu proprio contro i Colchoneros dell’allora, e ancora allenatore, Diego Simeone.
Correva l’anno 2014 e i biancorossi si imposero nel doppio confronto valevole l’accesso ai quarti di finale. A più di 7 anni di distanza, ecco cos’è cambiato.
Milan-Atletico del 2014: cosa fanno i rossoneri oggi
Più di 7 anni fa, e in uno stadio che ormai non esiste più, lo storico Vincente Calderón, oggi sostituito dal modernissimo Wanda Metropolitano , un Milan stanco e spaesato soccombeva per 4-1 contro i Colchoneros di Diego Simeone nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League.
La squadra, allenata ai tempi da un’ambizioso Clarence Seedorf, venne così estromessa dalla coppa, anche in considerazione della sconfitta maturata nell’andata di San Siro (0-1). Quello che poteva essere un semplice scivolone, si trasformò tuttavia nel periodo più buio della storia recente del Milan, tanto che soltanto oggi, a più di 7 anni di distanza, e dopo aver cambiato due proprietà, sette allenatori e innumerevoli calciatori, la squadra torna a competere per la “Coppa dalle Grandi Orecchie”.
La difesa di allora
A difendere la porta del Milan dalle scorribande offensive di Diego Costa e compagni, quell’undici marzo, c’era nientemeno che Christian Abbiati. L’ex portiere rossonero è oggi socio e amministratore delegato di una concessionaria di Harley-Davidson. La sua passione per i motori, del resto, non è mai stata un mistero.
A presidiare la fascia destra, quella sera, c’era invece Ignazio Abate, attuale tecnico del Milan Under 16. Completano il reparto difensivo, Adil Rami (ancora in attività e difensore titolare del Troyes), Daniele Bonera (collaboratore tecnico dell’A.C Milan) e Urby Emanuelson (terzino di spinta dell’Utrecht).
Il centrocampo di allora
Il centrocampo rossonero che naufragò contro l’Atletico era composto da nomi più che altisonanti. Il problema principale, con ogni probabilità, fu il fatto che questi stessero attraversando una preoccupante fase di declino. Il Milan, specialmente negli ultimi anni, è stato infatti spesso e volentieri punto d’arrivo per giocatori ormai a fine carriera.
Uno di questi, è stato sicuramente Micheal Essien, attuale collaboratore tecnico del Nordsjaelland. Non da meno, tuttavia, lo stesso De Jong, il quale è ancora alla ricerca di una squadra dopo la breve parentesi all’Al-Shahania. Completano il centrocampo di allora, Adel Taraabt, oggi al Benfica, e Andrea Poli, volato in Turchia per vestire la maglia dell’Antalyaspor.
L’attacco di allora
A mantenere ancora in vita i sogni ormai illanguiditi di milioni di fan rossoneri, ci pensava, in quel lontano 2014, nientemeno che Kaká. Tornato al Milan dopo anni complicati, il brasiliano aveva fin da subito messo in mostra il proprio incredibile potenziale. Oggi, quasi un decennio dopo, Riccardo sogna un futuro da manager. Forse, chi può dirlo, proprio al Milan.
In Turchia come Poli, ma questa volta sponda Adana Demirspor, l’allora puntero dei rossoneri, Mario Balotelli. Un presente da opinionista Tv, invece, per l’attaccante di riserva Giampaolo Pazzini. Una sorte, quest’ultima, identica a quella toccata all’allora allenatore Clarence Seedorf.