A soli 34 anni, Samir Nasri, nato a Marsiglia il 26 giugno 1987 e nuovo opinionista per il canale televisivo francese Canal Plus Sport, ha ufficialmente annunciato il suo addio al calcio giocato. L’ex calciatore di origini algerine aveva lasciato l’Anderlecht nel 2020 ed era svincolato.
Nel corso della sua carriera, Samir Nasri, di ruolo centrocampista o ala, ha giocato per diverse squadre: Olympique Marsiglia, Arsenal, Manchester City, Siviglia, Antalyaspor, West Ham e Anderlecht.
La svolta, in negativo, della carriera di Nasri è avvenuta nel maggio del 2014. Il Piccolo principe, come era chiamato dai marsigliesi, veniva da una stagione disputata con il Manchester City segnata da numeri importanti (46 presenze, 11 goal e 12 assist) e si sentiva pronto per essere convocato in nazionale da Didier Deschamps e disputare il Mondiale in Brasile. Ma la chiamata non arrivò, con la motivazione “in nazionale non fa le stesse cose che fa nel City“.
La modella e cantante Anara Atanes, all’epoca fidanzata con Nasri, si sfogò su Twitter. “F*ck la France et F*ck Deschamps”, scrisse la ragazza sul social network, compromettendo definitivamente il rapporto tra il centrocampista e la sua nazionale. Il 10 agosto 2014, Nasri annunciò che non avrebbe vestito la maglia dei bleus fino a quando Deschamps sarebbe stato seduto sulla loro panchina.
L’anno successivo, le partite di Samir Nasri in campionato con il Manchester City furono 24, nella stagione 2015-2016 solo 12. Nell’estate del 2016, venne chiamato a Siviglia da Jorge Sampaoli, più un amico per il calciatore che un allenatore: “Puoi uscire, bere e fare quello che ti pare. Se vuoi andare a trovare la famiglia, ti tengo io il cane. Basta che tu mi giochi bene in campo“, gli disse. Nella città andalusa, Nasri ritrovò un buon livello (30 presenze e 3 goal totali), ma non riuscì a tornare quello del 2014.
Dopo la Spagna, per Samir Nasri solo 8 presenze con l’Antalyaspor, 6 con il West Ham e 7 con l’Anderlecht. Nel mezzo, la squalifica per doping, prima di sei mesi, poi allungata a diciotto, arrivata dalla UEFA il 22 febbraio del 2018 per aver violato le norme antidoping. Il test risaliva al dicembre 2016.
In un’intervista a Le Journal du Dimanche, Nasri ha dichiarato:
La squalifica mi ha fatto molto male e ha cambiato il mio rapporto col calcio. Non avevo preso alcun prodotto dopante, era solo un’iniezione di vitamine perché ero malato: è stata un’ingiustizia. Ma sono stato bloccato… Ho poi pensato di giocare e imparare il lavoro di allenatore: volevo farlo con Kompany (Vincent Kompany è il tecnico dell’Anderlecht, ndr) ma non è andata come previsto, il campionato poi è stato sospeso per il Covid. Dopo quello, non ho più avuto motivazioni, nessuna sfida mi si addiceva più. In Francia, poi, non tornerei se non con il Marsiglia
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