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Gli orologi di La Spezia hanno battuto da poco le 16 di sabato 25 settembre, quando un cross dolce come il miele di Pierre Kalulu – terzino destro del Milan – attraversa improvvisamente l’area dei padroni di casa. I tifosi rossoneri, che fino a quell’istante non si erano zittiti nemmeno per un secondo, ammutoliscono improvvisamente, mentre qualche fila più in là, il direttore tecnico del Milan Paolo Maldini trattiene involontariamente il respiro.
È il peso della storia, che nella forma di una sfera di cuoio disegna un arcobaleno gravido di sogni che dallo sguardo attento del padre va a posarsi fin sulla fronte imbelle del figlio. È quasi un’incoronazione. E nel tripudio del “Picco” di La Spezia, Daniel Maldini trova così la sua prima marcatura tra i professionisti, a 12 anni, 3 mesi e 45 giorni di distanza dall’ultimo gol ufficiale messo a segno dal suo papà.
Tutto ebbe inizio nel rione di Servola, in provincia di Trieste. È lì, infatti, che Cesare Maldini, padre di Paolo e nonno di Daniel, nacque da genitori di origini slovene nel lontano 1932. Divenuto calciatore professionista all’età di 20 anni, Cesare attira ben presto l’attenzione del Milan, il quale decide di rilevarne il cartellino. Ai tempi nessuno avrebbe potuto dirlo, ma quella che sembrò essere una semplice trattativa, fu in realtà l’inizio della più lunga storia d’amore che avrebbe mai legato una famiglia ad un club. Quella di Maldini al Milan.
Con la maglia rossonera, Cesare disputò più di 400 incontri, diventando una bandiera del club e conquistando, tra le altre cose, quattro campionati e una Coppa dei Campioni. Brioso e sicuro di sé, Cesare difende la fascia destra del Milan (di cui sarà anche allenatore) per 12 anni buoni: un’eternità. Pochi, tuttavia, se confrontanti con i 25 del figlio Paolo.
Sì, perché dei sei figli cui Cesare e la moglie Marisa diedero vita, ne nacque uno destinato a riscrivere la storia del Milan. Si tratta di Paolo Maldini, capitano dei rossoneri per più di venti stagioni consecutive, nonché detentore del record di presenze con una sola maglia, ben 902 (!). Lanciato nella mischia dall’allora allenatore del Milan Nils Liedholm, Paolo debutta all’età di 16 anni tra i professionisti. Il ruolo, ovviamente, lo stesso del padre: terzino destro. A partire dalla stagione successiva, Paolo è già un titolare inamovibile, ma è soltanto con l’arrivo di Arrigo Sacchi che il ragazzo si consacra come uno dei talenti più preziosi del calcio italiano.
Oggi, a più di 30 anni di distanza da quel giorno, Paolo Maldini viene considerato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio. A testimonianza di ciò, oltre ad una miriade di riconoscimenti individuali, 26 trofei conquistati con lo stemma del Milan sul petto, tra cui ben 5 Champions League. Cifre da paura, che molto probabilmente nessuno sarà mai in grado eguagliare. Vero Donnarumma?
Nipote di Cesare e figlio di Paolo, Daniel Maldini veste la maglia rossonera dal ontano 2010, anno in cui entrò a far parte delle giovanili del Milan. Oggi, a circa 11 anni di distanza, Daniel, complice anche la dipartita di Hakan Calhanoglu, ha l’opportunità di dimostrare tutto il proprio valore. L’inizio, da questo punto di vista, è stato dei migliori. Che sia un vizio di famiglia?
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