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Quando De Zerbi ha annunciato, alla vigilia dell’ultima giornata della Serie A 2020/2021, che sarebbe volato in Ucraina per allenare lo Shakhtar Donetsk, più di un giornalista ha storto il naso. Il campionato ucraino, infatti, ha ben poco da offrire, specialmente per un tecnico ambizioso e competente come Roberto.
Tuttavia, mentre si gridava all’ennesima fuga di cervelli, il nativo di Brescia è volato a Kiev, ed oggi, a quasi 4 mesi di distanza dal suo addio in diretta, si appresta a sfidare l’Inter di Simone Inzaghi nella seconda giornata di Champions League.
Chi è Roberto De Zerbi
Nato a Brescia nel 1979, De Zerbi si mette in mostra fin da subito per le sue spiccate doti tecniche con il pallone tra i piedi, tanto da meritare il soprannome di Piccolo Genio in omaggio allo storico campione del Milan Dejan Savićević. La sua carriera da calciatore, tuttavia, non è delle più esaltanti, se si esclude una parentesi a Foggia alquanto prolifica (ben 18 gol in 56 presenze).
Molto più interessante, invece, è il suo percorso da allenatore. Dopo meno di una stagione al Darfo Boario, squadra con la quale retrocederà dalla Serie D all’Eccellenza, Roberto viene chiamato nientemeno che dal Foggia, il club nella quale, come calciatore, aveva dato il meglio di sé. In Puglia, De Zerbi ci rimane per 2 stagioni, sfiorando una possibile promozione in Serie B (la sua squadra si arrenderà nella finale dei play-off al Pisa di Gattuso) e vincendo una Coppa Italia Lega Pro.
De Zerbi e la Serie A
L’anno successivo subentra a stagione in corso a Ballardini sulla panchina del Palermo. La sua esperienza in Sicilia, tuttavia, è tutt’altro che entusiasmante, così come testimoniano le 9 sconfitte (!) collezionate in 12 presenze. Dopo lo scivolone interno contro lo Spezia in Coppa Italia, Roberto viene così esonerato dal presidente Zamparini, la cui scelta, almeno in quel caso, trova tutti d’accordo.
L’anno successivo (2017), e sempre a stagione in corso, il bresciano viene chiamato a sostituire un inadeguato Baroni sulla panchina del Benevento. La squadra, all’arrivo di De Zerbi, versa in un condizione a dir poco disastrosa, così come attestato dalle nove sconfitte raccolte nelle prime nove giornate di campionato. Roberto, tuttavia, accetta la sfida, e dopo aver portato il numero di insuccessi consecutivi a 15, riesce finalmente nella storica impresa di conquistare il primo punto proprio contro il Milan di Gattuso (famosa la rete del pareggio segnata, in quell’occasione, nientemeno che dal portiere delle “streghe” Brignoli). Il cammino del Benevento, tuttavia, si conclude con un malinconico ultimo posto e, quindi, con una dolorosa retrocessione.
Decisamente più fortunata, è invece l’esperienza di Roberto in quel di Reggio Emilia. Alla guida del Sassuolo, infatti, il tecnico bresciano ottiene un 11° posto e un 6° posto, sviluppando un gioco moderno fatto di verticalizzazioni improvvise e pressing alto.
De Zerbi in Ucraina
Dopo due stagioni, tuttavia, la decisione di portare le proprie idee in Ucraina. Da parte dei grandi club italiani infatti, con buona pace di giornalisti e amanti del calcio, non perviene alcuna offerta. E così Roberto accetta la panchina dello Shakhtar Donetsk, storica squadra di Kiev che gioca e convince tanto in patri come in Champions League.
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