Che fine ha fatto il Barcellona? É crisi profonda per la squadra di Koeman

Ennesima disfatta europea per il Barcellona di Koeman, che ormai, non si può non dirlo, sta diventano un caso internazionale. Alle tre sberle bavaresi, hanno fatto seguito tre schiaffi lusitani, e così i catalani si trovano ancora a quota zero punti in Champions League.

Una domanda, a questo punto, sorge più che legittima: che fine ha fatto il Barcellona?

Che fine ha fatto il Barcellona?

La stagione 2021/2022 del Futbol Club Barcelona non è certo partita con il piede giusto, quel mancino fatato che per così tante stagioni consecutive (17 in prima squadra, 21 in totale) ha disegnato calcio dalle parti della Sagrada Familia. Messi, con buona pace di Piqué e compagni, è infatti volato all’ombra di un altro grande monumento, nientemeno che la Tour Eiffel, e le opere di Gaudí, da allora, hanno assunto un’aria malinconica.

Malinconico, e fortemente spaesato, è anche il Barcellona di Koeman quando scende in campo. Per farsi un’idea del momento di crisi che la squadra catalana sta attraversando, basta prendere in mano i dati della stagione in corso. Depay e compagni, sin qui, hanno infatti collezionato la miseria di 3 vittorie in 8 presenze stagionali. Maturate tutte nella Liga, e contro squadre dai nomi tutt’altro che altisonanti, i tre successi blaugrana brillano di una luce ingannevole. Più sintomatici, infatti, sono ben altri risultati. Spiccano, da questo punto di vista, le due sconfitte, entrambe per 3-0, maturate in Champions League.

Un avvio europeo da incubo

Se contro quella corazzata armata che è il Bayern Monaco una sconfitta ci poteva pure stare (anche se l’atteggiamento arrendevole e intimorito del Barça doveva già destare più di una preoccupazione), l’insuccesso di ieri sera (mercoledì 29 settembre) contro il Benfica ha tutti i crismi di una vera e propria debacle.

Sul campo dei lusitani, Piqué e compagni non ne hanno infatti azzeccata mezza. Persino la manovra blaugrana, che per così tanti anni è stato l’autentico fiore all’occhiello del club, è sembrato un lontano ricordo. E così i portoghesi non si sono fatti pregare due volte e, con intraprendenza e precisione, hanno colpito un Barça già tramortito al momento giusto. La doppietta di Nuñez e la rete di Silva, in questo senso, sono suonate come il triplice fischio del Dio del calcio, il quale, nella serata di ieri, si è finalmente deciso a decretare la fine della grande epoca blaugrana.

Da Guardiola a Koeman, quando il mondo si rovescia

È il 2008, quando un certo Josep Guardiola viene chiamato sulla panchina di quella che era stata anche la sua squadra da calciatore, il Barcelona Futbol Club. Ai tempi, furono in molti a storcere il naso. La qualità del Guardiola calciatore non si discuteva, questo è certo, ed eppure fare l’allenatore era un altro paio di maniche: chi garantiva che Pep avrebbe avuto la stoffa necessaria per governare un tale assemblaggio di campioni come era il Barcellona del tempo?

La storia, come ben sappiamo, diede ragione a Pep, il quale non solo portò a Barcellona due Champions League, ma fu anche in grado di innovare l’intero movimento calcistico con il suo famoso tiki-taka. Oggi, a 9 anni dalla sua dipartita, il mondo Barça si è completamente capovolto. E se è vero che non ci sono più i Xavi, i Messi e gli Iniesta di un tempo, è anche vero che le ambizioni di un club si misurano anche e soprattutto dalla guida tecnica cui si decide di affidarsi. E Koeman, in questo senso, sembra tutt’altro che all’altezza di quelle che dovrebbero essere le ambizioni della società blaugrana. Ammesso e non concesso che queste ambizioni esistano per davvero :il Barça, in fondo, dovrebbe essere ben più di un club. È ancora così?

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