Ex calciatore ed ora anche ex dirigente, chi è Carlo Osti, il responsabile dell’area tecnica blucerchiata licenziato da Ferrero con una lettera.
Chi è Carlo Osti
Nato a Vittorio Veneto il 20 gennaio del 1958, Carlo comincia a tirare calci ad un pallone fin da piccolo.
La sua carriera da calciatore, tuttavia, non è delle più entusiasmanti, sebbene club del calibro dell’Atalanta e della Juventus ne abbiano detenuto a turno il cartellino.
Ben più significativo, invece, il suo impegno in qualità di direttore sportivo, iniziato nel lontano 1993 nel settore giovanile del Piacenza e conclusosi anzitempo il 30 settembre di quest’anno a seguito di notevoli incomprensioni con il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero.
Nel mezzo, più di una parentesi di rilievo, tra cui spiccano le esperienze al Treviso nel 2005 (con annessa promozione in Serie A) e all’Atalanta (per più di quattro stagioni consecutive, dal 2006 al 2010).
Carlo Osti e la Sampdoria
Il rapporto lavorativo più duraturo della carriera di Carlo Osti, tuttavia, è stato quello con la Sampdoria. Chiamato nel dicembre del 2012 per sostituire l’allora direttore sportivo Pasquale Sensibile, fresco di dimissioni, Carlo sposa fin da subito il progetto e gli ideali doriani.
In quel di Genova, nella fattispecie, il nativo di Vittorio Veneto laureato in Pedagodia si occupa di mercato, nonché della gestione dei rapporti tra dirigenti e calciatori. Tra i vari colpi di mercato portati a segno spiccano, in questo senso, il grande ritorno di Quagliarella nel 2016 (il quale si laureerà addirittura capocannoniere della Serie A 2018/2019 con ben 26 reti all’attivo), oltre a vere e proprie intuizioni quali, per esempio, Thorsby e, da ultimi, Mikkel Damsgaard (rivelatosi nel corso del passato Europeo un vero e proprio crack) e Maya Yoshida (uno dei difensori più sorprendenti di questo avvio di stagione).
I motivi della rottura con la Sampdoria
Nonostante i tanti colpi messi a segno – e l’apparenza di un legame sempre più stretto con il presidente Ferrero -, Carlo Osti, nella giornata di Giovedì 30 settembre, è stato sollevato dall’incarico di responsabile dell’area tecnica dell’Unione Calcio Sampdoria. Alla base della decisione presa con ogni evidenza da Massimo Ferrero in persona, le mancate cessioni nel corso dell’ultima finestra di mercato. Nelle intenzioni del presidente blucerchiato, evidentemente, l’organico doriana necessitava di una adeguata riduzione. Dietro ad apparenti motivazioni di natura tattica, tuttavia, si celano ragioni di carattere prettamente economico. Tutti coloro che hanno investito nel calcio, specialmente nel corso dell’ultimo biennio caratterizzato dalla diffusione del Covid-19, hanno infatti perso grandi quantitativi di denaro. Il presidente Ferrero, con ogni probabilità, è tra costoro. E qualcuno, in questo caso Carlo Osti, ha dovuto per forza pagare, vestendo gli ignobili abiti del capro espiatorio.
Se intorno alle decisioni di un uomo che ogni anno spende milioni di euro per il proprio club non c’è molto da discutere, fa invece riflettere la modalità scelta da Massimo Ferrero per comunicare al povero Carlo Osti l’ormai irremovibile decisione di licenziarlo dal suo incarico di direttore tecnico dell’area sportiva. Niente di più che un semplice lettera. Un po’ pochino; no?
Conosco personalmente Carlo Osti e la sua famiglia dal padre Amedeo alla madre Vittorina, dal noto e grande legale fratello Robero alla sorella Gigliola. Tutte persone rispettabilissime che meritano rispetto.
Carlo paga una situazione demenziale legata ad un personaggio che forse prima di investire milioni (non suoi) avrebbe dovuto avere il senso della misura (che dire se oggi è stato rinchiuso in galera?).
Spero per Carlo che (da persona onesta e seria) abbia la fortuna che si spalanchino quei portoni che potrebbero accogliere uno dei pochi personaggi seri che ruota nel mondo del pallone.