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Ieri, domenica 10 ottobre , la Nazionale di Luis Enrique e quella di Claude Deschamps si sono date guerra in quel di Milano. Allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro è andata in scena la finale di UEFA Nations League, la giovane competizione europea alla sua seconda edizione.
Al termine dell’incontro, vinto dalla Francia di Pogba e compagni, gli spagnoli hanno dimostrato di saper perdere con onore.
Sì, perché se è importante rispettare gli avversari quando si vince, ancora di più lo è saper riconoscere la propria sconfitta, rendendo omaggio alla superiorità altrui. Da questo punto di vista, il comportamento dei nazionali di Luis Enrique sul manto erboso di San Siro si può giudicare assolutamente encomiabile. Al triplice fischio dell’arbitro, quando il timore di arrivare secondi si era ormai fatalmente concretizzato, le “furie rosse” hanno infatti rispettato la vittoria dei francesi, dando prova di una sportività e di una maturità che, specialmente al giorno d’oggi, non sono affatto scontate.
D’un tenore completamente differente, invece, quello che accadde esattamente tre mesi fa sul campo di Wembley in occasione della finale degli Europei tra Inghilterra ed Italia. Raggiunti da Leonardo Bonucci dopo la rete iniziale di Luke Shaw, gli inglesi vennero infine sconfitti dagli azzurri ai calci di rigore. Decisivi, da questo punto di vista, gli errori di Rashford, di Sancho e di Saka.
Sconfitti sul campo, i nazionali di Gareth Southgate dimostrarono tuttavia di non saper accettare la sconfitta come si conviene ad un grande team quale quello inglese. Al momento della premiazione, infatti, la stragrande maggioranza dei giocatori inglesi, tra i quali spiccavano campioni di livello internazionale come Kean e Henderson, si sono repentinamente tolti di dosso la medaglia del secondo posto.
Quasi come se fosse un sacrilegio arrivare dietro all’Italia, quasi come se tutto l’impegno profuso per arrivare fino in finale non avesse in realtà alcun valore, Sancho e compagni, quell’11 luglio di tre mesi fa, hanno dimostrato di non essere assolutamente all’altezza morale della competizione da loro disputata. La rapidità ed il disprezzo con i quali gli uomini di Southgate hanno “ripudiato” le medaglie di cui con così tanto rispetto e orgoglio erano stati cinti i loro colli, sono state la testimonianza inconfutabile di un cultura sportiva assolutamente nociva e rivedibile. Le violenze del tifo inglese nei confronti dei fan italiani al termine della partita ne sono la più triste evidenza.
Diametralmente opposto a quello degli inglesi, l’atteggiamento spagnolo sul manto erboso di San Siro. Rimontati dalla Francia, capace di acciuffare il pareggio a nemmeno un minuto di distanza dalla marcatura iniziale di Oyarzabal, Pogba e compagni sono infine riusciti ad avere la meglio grazie alle reti di Benzema e di Mbappé.
Al momento della premiazione, tuttavia, i ragazzi di Luis Enrique hanno rispettosamente accettato le medaglie del secondo posto. Riconoscendo la superiorità altrui, i giovani spagnoli si sono quindi resi protagonisti di un gesto estremamente maturo. Onore ai vinti! E anche – come ben sanno Busquets e compagni – ai vincitori!
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