Nonostante non sia più il presidente dell’Inter da anni, Massimo Moratti continua ad essere tifosissimo nerazzurro. Domenica la banda di Inzaghi affronterà la Juventus, e l’ex patron del Biscione freme: “Inter-Juve per noi interisti è la partita, procura sofferenza, mi faceva star sveglio la notte.
Ci pensi in continuazione, nella settimana che la precede. Come emotività e come simpatia” ha detto al Corriere dello Sport.
“Il calcio, al di là della passione, era la distrazione da altri pensieri. Con il calcio i sogni vengono facili. Come quando compri un giocatore e immagini che segni il gol dell’anno dopo due secondi e mezzo, ti aspetti sempre nuove meraviglie. Ad ogni modo l’Inter-Juve indimenticabile è quella del 16 aprile 2010, 2-0, il gol di Maicon che fu definito iconico”.
“Vendere non mi veniva bene – ha concluso Moratti -. Però Ronaldo e Ibra furono grandi operazioni, autentici investimenti. Gli opposti. Il Ronaldo del ’98 non è descrivibile con accenti umani, era baciato da Dio. Ibra? Un tipo davvero speciale, molto simpatico. Voleva essere rispettato, la squadra deve riconoscerne la leadership, lui era il capo, dava anche ottimi consigli. Ancora oggi, a quarant’anni, non sembra cambiato”.
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