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Non prenderà parte ai prossimi due, decisivi impegni dell’Italia di Roberto Mancini contro Svizzera e Irlanda del Nord – in programma rispettivamente venerdì 12 novembre e lunedì 15 – il difensore della Juventus Giorgio Chiellini. Galeotta, un’infiammazione al tendine d’Achille sottovalutata dallo stesso giocatore, il quale si è detto sorpreso, in seguito all’esito degli ultimi accertamenti, dall’inaspettata entità dell’infortunio.
Non potendo quindi accompagnare i propri connazionali in occasione dei prossimi due incontri, il numero 3 bianconero ne ha approfittato per presentare la propria idea di calcio ai microfoni di DAZN.
Nel corso di un’intervista esclusiva, il capitano della Nazionale di Calcio Giorgio Chiellini ha presentato al mondo la propria, personale idea di calcio. Forte di un’esperienza pressoché ventennale all’interno del suddetto settore, il centrale della Juventus si è detto fortemente preoccupato dalla brutta piega che sta prendendo il mondo del pallone, un universo, quest’ultimo, che sembra sempre più attento a leggi ed istanze di tipo economico, piuttosto che al nobile desiderio di intrattenere e divertire.
Come spiegare altrimenti – si chiede un attonito Giorgio davanti ai microfoni di DAZN – il fatto che UEFA e FIFA stiano costringendo i calciatori a giocare sempre più partite e competizioni, causando agli stessi diversi problemi, e non solo di natura fisiologica? Come rendere conto – ancora – di quanto accaduto nel corso delle due precedenti soste per le nazionali, quando numerosi atleti sudamericani nel giro di poche ore hanno dovuto attraversare il globo per essere a disposizione dei propri rispettivi club? Questo, il tenore delle domande che un attento Chiellini non ha potuto evitare di porsi.
Se da un lato critica l’eccessivo numero di competizioni istituite da UEFA e FIFA, dall’altro Giorgio Chiellini non manca di difendere ancora una volta la bontà del progetto, lanciato lo scorso luglio da alcuni club tra cui la sua stessa Juventus, di fondare una Superlega. L’iniziativa, tramontata nel giro di 24 ore, è infatti una prassi comune in molti altri Paesi, uno fra tutti gli Stati Uniti, dove non esiste sport che non contempli l’entusiasmante formato in grado di garantire introiti per milioni di euro.
Un’altra, interessante idea del capitano degli azzurri consisterebbe nel ridurre il numero di squadre che partecipano al massimo campionato italiano di calcio. Queste, nello specifico, le sue parole:
In Serie A dovrebbero esserci al massimo 18 squadre e non le 20 attuali. Paradossalmente si potrebbe tornare anche a 16 ma credo che 18 sia il numero giusto per tornare a far salire competitività e dare più spazio a partite di livello europeo.
Dulcis in fundo, la critica all’introduzione del Var, una critica animata da uno spiccato romanticismo, oltre che da un’idea di calcio completamente differente rispetto a quella che si sta imponendo giorno dopo giorno. È infatti opinione di Giorgio Chiellini – e di molti altri illustri campioni – che l’utilizzo spasmodico della tecnologia che caratterizza il mondo del calcio da un paio d’anni a questa parte, stia sostanzialmente equivalendo all’introduzione nello stesso della moviola. Una strumentazione, quest’ultima, che certamente azzera la percentuale di errori, ma al prezzo, alquanto salato, di “uccidere” lo spettacolo.
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