Ore di intensa attesa e di mediazioni nel mondo del calcio, invaso dal contagio della variante Omicron come il resto del Paese: tra squadre decimate e misure di sicurezza ancora più rigorose, la ventesima giornata di Serie A rischia di vedere protagonista ancora una volta la disputa tra poteri dello Stato.
Solita confusione già accaduta in occasione di Juve Napoli dell’anno scorso, con strascichi polemici non ancora sopiti. Le Asl, sotto la giurisdizione del Ministero della Salute, possono intervenire nei casi più importanti di focolai, impedendo di fatto lo svolgimento di alcune partite. A rischio Salernitana e Napoli, per la posizione più che rigorosa delle Asl campane, già mostrata in passato, per una situazione oggettiva di contagi che ha ridotto l’organico della Salernitana di nove elementi e quello del Napoli di cinque. Non un dettaglio trascurabile, insomma.
Anche la situazione di Udine e Verona non è delle migliori: 8 positivi tra gli scaligeri e 7 per i bianconeri, con evidente focolaio in entrambi i gruppi squadra. Tutta la serie A, a eccezione della Lazio, è alle prese con infermerie piene. La posizione di tutti gli addetti ai lavori, e della maggior parte dei tifosi, è, chiaramente, dalla parte della sicurezza al primo posto. Non si discute che il calcio possa attendere rispetto alle priorità sanitarie del Paese.
Quello che è in discussione è la mancanza di un coordinamento nazionale delle Asl che, agendo a livello territoriale, possono decidere autonomamente di non far disputare un match. Come si è visto nel caso di Juventus Napoli della passata stagione, la discrezione delle singole Asl può diventare oggetto di contenzioso. Nel secondo anno di incassi a singhiozzo, e ricavi notevolmente ridotti per i club, il rischio di fermare la macchina è un coltello alla gola per le casse delle società. Difficile dunque il ruolo del presidente federale Gravina che tenta, con un dialogo costante, di trovare una formula con il Ministero che non danneggi i Club. Per sua stessa ammissione, dove possono le Asl, non può la Lega, ribadendo ulteriormente il concetto di rigorosa osservazione delle decisioni ministeriali.
Sembra chiaro che gli allenatori e i calciatori preferiscano giocare, accettando anche le formazioni rimaneggiate. Il ricorso al rinvio significa, come si è visto, un sovraffollamento di partite ravvicinate per recuperare il turno. Con conseguente aumento di infortuni, stanchezza e poca lucidità. In più la classifica falsata può condizionare il rendimento e le motivazioni delle squadre che giocano dopo, conoscendo il risultato delle altre. Se accade verso il finale della stagione rappresenta un vantaggio notevole che va evitato. Ma al virus non si comanda e oltre a tutelare la salute pubblica vanno scongiurate chiusure e lockdown che hanno segnato la stagione trascorsa.
A poche ore dal calcio d’inizio, il campo e la classifica hanno lasciato il posto a tamponi e Asl, dopo una pausa natalizia dominata dal calciomercato e dal virus. In attesa delle decisioni delle autorità competenti, la Serie A riparte nel giorno dell’Epifania, con la prima del girone di ritorno.
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