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C’era una volta il campionato più bello del mondo. Già, così veniva nominata la Serie A un tempo: contesto dove i giocatori più forti al mondo venivano in Italia (Maradona, Zico, Stromberg, Caniggia), la Penisola lanciava ogni anno talenti per la Nazionale e soprattutto a capo delle squadre vi erano presidenti locali attaccati fortemente alla loro squadra (da Berlusconi a Moratti, da Cecchi Gori ai Bortolotti fino ad arrivare a Gaucci).
Oggi i tempi sono cambiati, e il mercato ha stravolto completamente il calcio italiano: contribuendo all’ingresso di altri capitali per poi investire denaro non solo nei risultati sportivi, ma anche in strutture (stadio, sede ecc…). Quante sono però le proprietà straniere in Serie A?
Dopo aver portato l’Atalanta dal rischio fallimento alla Champions League targata Gian Piero Gasperini, Antonio Percassi nel 2022 decise di vendere il 55% delle quote agli americani capitanati da Stephen Pagliuca: presidente dei Boston Celtics. Il “Tone” (come viene sopprannominato a Bergamo) è ancora a capo della società, ma l’upgrade made in USA ha un potenziale interessante per costruire una squadra in grado di portare a casa un trofeo dopo oltre 60 anni.
Sempre a stelle e striscie anche il Bologna, ma l’ingresso di Saputo alla corte rossoblu è datato 2014. Promozione diretta in Serie A per poi diventare una realtà costante del massimo campionato italiano. La piazza è pronta per il grande salto, e le intenzioni in Emilia non mancano.
Recente e dalle grandi aspettative. Rocco Commisso rilevò nel 2019 la società dalla famiglia Della Valle (non tanto amata dalla piazza) con l’obiettivo di portare la Fiorentina nel calcio che conta. Prime tre stagioni condite da due salvezze e la qualificazione in Conference League.
Steven Zhang per l’Inter, rilevata dal gruppo Suning nel gennaio 2016. Tanti cambiamenti e difficoltà economicamente da affrontare nella maniera migliore possibile (senza dimenticare i risultati sportivi). In casa nerazzurra è finalmente ritornata mentalità vincente e anche qualche trofeo, nonostante il mercato regali sempre qualche sacrificio: ambizione senza mai perdere il controllo sul piano dei bilanci.
Dopo il disastro targato Yonghong Lee, il Milan ha ritrovato prima la stabilità con il fondo Elliot e poi un riferimento presidenziale su cui scrivere qualcosa di ambizioso. L’americano Gerry Cardinale (proprietario della RedBird Capital Partners) ha rilevato la società il mese scorso, con l’obiettivo di far crescere il diavolo rossonero sia in Italia che in Europa.
Tanto fumo e poco arrosto l’era Pallotta, ma in terra capitolina siede da due anni Dan Friedkin: imprenditore statunitense avente un patrimonio di oltre 4,4 miliardi di dollari. Un buon biglietto da visita per una piazza che sta piano piano ritornando a vincere: da Mourinho alla Conference League fino all’approdo di Paulo Dybala.
Una new entry in Serie A, come la squadra ligure che ha conquistato la sua seconda salvezza consecutiva. Robert Platek ha rilevato il 100% delle quote dello Spezia, vantando di essere presidente già di due squadre di calcio: il Sonderjyske in Danimarca e il Casa Pia in Portogallo.
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