Tra le tante cose che hanno stupito, indignato e fatto arrabbiare i tifosi di tutto il mondo, c’è anche la questione dei maxi recuperi visti fin qui in praticamente ogni partita dei Mondiali in Qatar. Il dato che dovrebbe fare riflettere i tifosi, ma soprattutto giocatori e tecnici, è il fatto che in realtà i minuti effettivi giocati durante una partita, rispetto alla scorsa edizione, siano sostanzialmente gli stessi.
La gara che per ora ha visto il recupero più ingente è quella tra Inghilterra ed Iran: ben 27 minuti di recupero!
Prima dell’inizio dei Mondiali, il presidente del comitato arbitri FIFA, nonché iconico arbitro del calcio italiano, Pierluigi Collina aveva già avvertito giocatori e tifosi in merito al nuovo parametro usato per calcolare i tempi di recupero: “Già in Russia (nel 2018) abbiamo calcolato con maggiore precisione il tempo di gioco per recuperare le perdite di tempo”. Aveva dichiarato ai microfoni di ESPN, aggiungendo poi: “Abbiamo detto a tutti di non essere sorpresi se vedono il quarto uomo alzare la lavagna elettronica con un numero molto alto: sei, sette o otto minuti”.
Ma come mai si è arrivati a prendere questa decisione? “Se si vuole più tempo attivo, dobbiamo essere pronti a vedere questi recuperi. Pensate ad una partita con tre gol segnati. Un’esultanza richiede normalmente un minuto, un minuto e mezzo. Quindi con tre gol si perdono cinque o sei minuti”. La soluzione è la seguente: “Vogliamo calcolare con precisione il tempo da recuperare alla fine di ogni tempo. Può essere il quarto uomo a farlo, ci siamo riusciti in Russia e ci aspettiamo lo stesso in Qatar”.
Infine ecco chi deciderà, come sempre, l’entità totale del recupero, nonostante sia poi il primo arbitro a fare il fischio finale prolungando a sua discrezione i minuti di recupero, è chi alza poi la classica lavagnetta luminosa a deciderne i minuti: “Anche quando ero arbitro io, le informazioni sul tempo di recupero arrivavano dal quarto uomo, perché sei troppo concentrato su ciò che sta succedendo che è possibile non considerare qualcosa. E’ il quarto uomo che di solito propone quanti minuti recuperare e l’arbitro poi decide”.
I dati danno più che ragione agli arbitri, in effetti, come sottolineato da Opta, il tempo effettivo medio delle partite giocate fin qui in Qatar è di appena 55 minuti, esattamente lo stesso tempo della fase a gironi di Russia 2018. A cambiare rispetto a quattro anni fa i minuti effettivamente giocati in media a gara, passati da 97 ad addirittura 106.
La nuova prassi sarà probabilmente lanciata in Italia già a gennaio: questo potrebbe cambiare decisamente le dinamiche di questo sport, in quanto, la classica “perdita di tempo” inizierebbe a risultare totalmente inutile. Questo per mettere un freno alla differenza di minuti giocati tra una partita e l’altra, basti pensare all’ultima giornata di Serie A: in Juventus-Lazio vi sono stati 5 minuti di recupero, ben 11 per Verona-Spezia. A livello effettivo, però, nel big match di Torino si è giocato circa 64 minuti, mentre al Bentegodi non si è andati oltre i 46 minuti! Chiaro è che serve un modo per rendere più omogeneo il tempo giocato tra le diverse gare, e questo potrebbe essere in effetti un buon metodo.
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